CORIGLIANO C’è fibrillazione all’interno del gruppo di maggioranza alla vigilia del tanto contestato consiglio comunale sulla fusione. Un consiglio dal parto difficile perché il sindaco Geraci ed il presidente Magno hanno dovuto dapprima verificare se domani avranno i numeri per procedere secondo un disegno ben preciso, per poi varare la convocazione del civico consesso. Anche se non ufficializzato ma il vero nocciolo della discussione di domani è la revoca della delibera n. 3 del primo febbraio 2016 attraverso la quale l’assise comunale aveva approvato l’atto d’impulso alla fusione con Rossano. Quello che deciderà domani il consiglio non avrà conseguenze sul piano del referendum in quanto non è certamente con la revoca di quell’atto che si potrà fermare la macchina referendaria, ma avrà conseguenze, invece, sul piano dei rapporti istituzionali con il comune di Rossano e nei confronti di quei cittadini coriglianesi, pochi o molti ciò non conta, che vogliono recarsi a votare per il referendum. L’aspetto più grave di tutta questa vicenda è che questo consiglio si tiene a dieci giorni appena dall’udienza davanti al Tar Calabria chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato da cinque cittadini coriglianesi, i quali chiedono ai giudici amministrativi di bloccare l’effettuazione del referendum. Perché il sindaco ed il presidente Magno hanno convocato il consiglio proprio adesso ? Secondo alcuni perché solo in questi giorni sono riusciti a trovare la quadra tra coloro che non volevano votare il ritiro della delibera, ma anche perché poter avere la possibilità di presentarsi davanti ai giudici del Tar con un provvedimento del genere sarebbe un fatto strategico non indifferente. Ma come si diceva sono solo ipotesi. Per quanto riguarda, invece, quello che potrebbe succedere il prossimo 22 agosto a Catanzaro secondo alcuni esperti appare molto più che probabile una decisione non decisione da parte dei giudici amministrativi, in pratica il Tar dovrebbe pronunciarsi sulla proprio incompetenza in materia rinviando la decisione al giudice ordinario. E’ chiaro che una decisione del genere di fatto significherebbe l’effettuazione del referendum. In questo clima si svolgeranno domani i lavori di un consiglio che, nel bene e nel male, rimarrà nella storia politica cittadina.