Le urne si sono chiuse alle 21 per il referendum consultivo sulla costituzione della città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero. I dati definitivi evidenziano un flop clamoroso: ha votato appena il 26,01% degli aventi diritto. Un dato che lascia poche interpretazioni sull’interesse dei cittadini per l’iniziativa.
L’affluenza nei dettagli
- Cosenza: 55.716 aventi diritto, con 10.655 votanti (19,12%).
- Rende: 32.082 aventi diritto, con 10.652 votanti (33,20%).
- Castrolibero: 8.167 aventi diritto, con 3.657 votanti (44,78%).
Il totale dei votanti è stato di 24.964, numeri che sottolineano una partecipazione particolarmente bassa, soprattutto a Cosenza, dove non si è raggiunto neppure il 20%.
I quesiti e il contesto politico
I cittadini erano chiamati a esprimersi su due quesiti: il primo riguardava l’istituzione della città unica, mentre il secondo proponeva il nome da attribuire al nuovo centro di governo.
La proposta di legge regionale per la fusione è stata presentata da tutti i consiglieri regionali cosentini di centrodestra, tra cui Pierluigi Caputo e Luciana De Francesco. A sostenere la campagna per il Sì si sono spesi attivamente sui social anche il senatore Mario Occhiuto e i parlamentari Alfredo Antoniozzi e Simona Loizzo. Sul fronte opposto, il Movimento 5 Stelle non ha sottoscritto l’emendamento che ha permesso di spostare la data di scioglimento dei consigli comunali al 1° febbraio 2027.
Un segnale forte
Con l’inizio dello spoglio, resta aperto il dibattito su cosa rappresenti questo risultato in termini politici e di consenso. La scarsa partecipazione sembra riflettere un disinteresse generale o una mancanza di fiducia nell’iniziativa, nonostante il forte sostegno politico trasversale che ha accompagnato la campagna per il Sì.
Gli esiti del referendum e i loro possibili sviluppi amministrativi restano ora sotto i riflettori, ma con numeri così bassi l’ombra dell’insuccesso grava inevitabilmente su questa consultazione.