Tre provvedimenti di custodia domiciliare, cinque di divieto di dimora in Calabria, oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati: a quasi sei mesi di distanza dall’ufficiale chiusura delle indagini sull’inchiesta Rimborsopoli arrivano i primi otto provvedimenti nei confronti di altrettanti ex consiglieri regionali, ma sono ventisette i politici indagati. C’è anche l’ex assessore ai Trasporti Luigi Fedele (Ncd) fra i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare. Anche lui, in qualità di ex capogruppo del Pdl avrebbe abusato dei fondi destinati ai gruppi consiliari, destinandoli a spese personali. Stando a indiscrezioni invece, per le stesse accuse è stata chiesta l’autorizzazione a procedere per il senatore Ncd Giovanni Bilardi il cui collaboratore, Carmelo Trapani, sarebbe stato colpito da divieto di dimora in Calabria. Ai domiciliari anche l’attuale assessore Nino De Gaetano.
“L’operazione di oggi – spiega il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho – riguarda i contributi regionali per le spese istituzionali, che nel caso di alcuni gruppi sono risultati utilizzati per spese meramente personali”.
I militari della Guardia di Finanza, anche attraverso intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno infatti individuato diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei Gruppi Consiliari Regionali degli anni 2010/2011/2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto” annuale”, celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati. In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’Ente Regionale un doppio rimborso.
In passato era emerso che nei bilanci dei gruppi del consiglio regionale della Calabria – lautamente rimborsati dall’ente – sarebbe finito di tutto: dai detersivi ai “Gratta e vinci”, dalle cartelle esattoriali ai viaggi all’estero e ai tablet. Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza infatti, i soldi pubblici, ufficialmente destinati a finanziare le spese istituzionali delle singole formazioni politiche, dal 2010 al 2012 sarebbero serviti per pagare consumazioni al bar (è stato chiesto il rimborso anche di un singolo caffè), cene conviviali, telefoni cellulari, tablet, gite alle terme e soggiorni in albergo di persone che con Palazzo Campanella nulla hanno a che fare. Ma con i soldi del Consiglio e dei gruppi consiliari sarebbero stati pagato anche spese di carburante, consulenze, affitti, collaborazioni, cene, gioielli, fiori, tasse, viaggi e taxi. E ancora: batterie, ventilatore, ipad, telefonini, ricariche cellulari, la spesa per la famiglia, set di valigie. Il primo blitz – che ha messo in subbuglio le stanze del consiglio regionale e ha fatto salire la tensione alle stelle a più di uno – risale al 5 dicembre 2013. Da allora i militari delle Fiamme gialle hanno acquisito i rendiconti dei gruppi per incrociare dati, spese, fatture e scontrini. Un lavoro titanico spalmato su tutta la regione e reso più complesso dalla legislazione regionale, che fino a qualche mese fa permetteva ai gruppi di presentare solo una lacunosa documentazione.
(fonte: corrieredellacalabria.it)