Come si evince da ogni rapporto e da ogni analisi economica la causa maggiore del triste scenario in cui versa la Calabria è quella legata al gap infrastrutturale di viabilità e trasporti di cui soffre la nostra regione che gli impedisce di aprire ai mercati del Nord e della zona euro-mediterranea e vieta al nostro sistema produttivo di modernizzarsi e competere in un panorama che diventa sempre più globale. Gli industriali italiani e stranieri continuano a percepire il Mezzogiorno e, soprattutto, la Calabria come un’area arretrata in cui è impossibile arrivare con collegamenti stradali, ferroviari ed aerei. Tutto ciò, naturalmente, impedisce alla nostra regione di poter rilanciare due settori ormai al collasso che possono però costituire un volano per lo sviluppo: l’agricoltura ed il turismo.
Eppure, investire al Sud sarebbe utile ed in Calabria lo sarebbe ancora di più: lo sostiene uno studio di Srm (Intesa San Paolo), che rivela, ad esempio, che per ogni 100 euro di investimenti effettuati nel Mezzogiorno il Centro Nord del Paese guadagna 41 euro. «Investire nel Mezzogiorno produce un duplice effetto – spiega Massimo Deandreis, dirigente di Srm – crea sviluppo nel Mezzogiorno e produce una rilevante ricaduta economica su tutto il territorio nazionale».
In questo contesto drammatico per il Sud e per la Calabria in particolare ed in un contesto storico ed economico in cui servirebbero maggiori investimenti per la nostra regione e, quindi, per il Paese l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” intende denunciare l’immobilismo delle istituzioni, della politica e del sindacato circa l’ammodernamento del 3° Megalotto della S.S.106 tra Sibari e Roseto.
Siamo oggi al primo luglio e la classe parlamentare calabrese tutta (senza alcuna distinzione), non è riuscita a dialogare per condividere un processo politico unitario capace di rappresentare gli interessi generali della nostra Calabria al fine di spronare il Governo affinché siano avviati al più presto i lavori della Nuova S.S.106 nell’alto jonio cosentino.
Non riteniamo che ci sia alcuna giustificazione che possa tenere rispetto all’immediata esigenza di far entrare in Calabria la Nuova S.S.106 che, lo ricordiamo, è stata già tutta ammodernata nel tratto pugliese e lucano e riteniamo – per ogni giorno di ritardo – responsabili le forze politiche calabresi, i parlamentari calabresi in vacanza a Roma e tutte le sigle sindacali. Tutti, nessuno escluso, sono responsabili di questi ritardi che offendono una Calabria ed un Paese che spera nel cambiamento.