Molte volte il termine “Minoranza” viene usato in forma dispregiativa, con l’intento di schernire chi non è omogeneo alla maggioranza. Con tale atteggiamento, si va a minare l’intero istituto democratico , dal momento che non è il potere della maggioranza a costituire l’architrave della democrazia, ma il rispetto quasi sacro della minoranza. Una democrazia formalmente perfetta dovrebbe, infatti, progettarsi in funzione della minoranza, perché da essa, dalla sua libertà d’espressione, dalle sue prerogative di controllo, dalla sua capacità di critica discende la stessa legittimazione dell’intero sistema democratico. “Disapprovo quel che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”(Voltaire), chi ama la libertà può e deve dare la vita per garantire la possibilità di espressione ad un’opinione radicalmente opposta alla sua. Non si tratta di una generosa concessione e ancor meno di “tolleranza”. L’espressione dell’opinione difforme è infatti il contenuto stesso della democrazia e dunque, a dispetto dell’apparente paradosso, non è in realtà veramente difforme dall’opinione di chi ama la libertà. Eppure, nell’ultimo consiglio comunale ha prevalso l’intolleranza da parte della maggioranza, che nella persona del sindaco Antoniotti ha stuprato la libertà democratica cittadina, ha offeso le migliaia di cittadini che hanno dato il mandato di rappresentanza all’attuale minoranza ed ha infangato, per l’ennesima volta, la carica che ha l’onore di rappresentare. Siamo rimasti basiti quando la solita pochezza di contenuti è stata infarcita da una nauseabonda accozzaglia di editti bulgari, offese, fino alla richiesta di revoca della nostra cittadinanza. Un comportamento parafascista che prima di offendere la minoranza ha offeso l’intera assise e l’istituzione che rappresenta. Ci chiediamo se può un Sindaco, che difetta di autocontrollo, garantire il controllo e la gestione del futuro della nostra città? Crediamo assolutamente di no, perché escludendo in maniera bonaria la crisi isterica del primo cittadino, ancora una volta questa amministrazione fugge dalle proprie responsabilità, dilapidando i propri sforzi più a trovare bizzarri capri espiatori che a cercare di proporre soluzioni concrete ai problemi. La questione Enel, caro Sindaco e cara maggioranza, non è argomento di parte o di tal partito, nel bene e nel male è una delle pietre su cui fonda una parte cospicua della storia cittadina. Eppure, ci avete rivelato che per mesi avete tenuto nascosto alla minoranza l’incontro con i vertici Enel, che vi siete riuniti svariate volte e non avete sentito la necessità di informarci sullo “spiraglio” venutosi a creare. In maniera dolosa avete gestito la vicenda, al fine di accaparrarvi vantaggi personalistici trasformando la cosa pubblica in “cosa vostra”, come consuetudine, facendovi scudo con la sofferenza occupazionale del territorio. Nonostante il vostro “vantaggio” temporale e il vostro “alacre lavoro”, siete riusciti ad escogitare un’idea (l’inceneritore) così malsana da non aver il coraggio di definirla proposta, stupendovi della nostra reazione sconcertata e della nostra ferrea opposizione alla distruzione del nostro territorio. Pertanto, chiediamo rispetto per il ruolo che svolgiamo, in particolare sollecitiamo il presidente Scarcello nel continuare ad adempiere alle proprie prerogative, come ben fatto nell’ultima seduta consiliare stigmatizzando in maniera chiara ed univoca il comportamento del Sindaco, perché la minoranza non è in posizione di “inferiorità” istituzionale rispetto alla maggioranza, ha pari dignità nell’intera assise civica, non rappresenta un’entità immobile ma un soggetto in divenire, quel divenire che presto la identificherà nella “nuova maggioranza”.
I gruppi consiliari di minoranza