L’attività eseguita rappresenta l’epilogo di complesse ed articolate indagini espletate dalle Fiamme Gialle, dirette dal Procuratore Dott. Eugenio Facciolla, coadiuvato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Flavio Serracchiani.
L’inchiesta trae origine dalle risultanze di un’attività di natura tributaria già avviata dai Finanzieri a partire dal 2015, finalizzata al controllo del corretto adempimento alle normative tributarie da parte di una società della città bizantina, esercente attività di commercio di capi d’abbigliamento.
Le Fiamme Gialle, all’esito dell’attività ispettiva, appuravano che le scritture contabili erano state tenute in maniera irregolare non essendo aggiornate dal 2010.
L’imprenditore non aveva inoltre presentato le dichiarazioni dei redditi per ben 4 annualità consecutive, dal 2010 al 2013, risultando quindi evasore totale e completamente sconosciuto al Fisco.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, grazie alla meticolosa attività ispettiva basata su ricerche di documentazione e riscontri extracontabili, l’imprenditore aveva occultato al Fisco una base imponibile pari a circa 1.700.000 €.
Sulla base di tali risultanze, l’imprenditore veniva denunciato a questa Procura della Repubblica che disponeva l’instaurazione di un procedimento penale per violazione dell’art. 5 del d.lgs. 74/2000 (omessa presentazione della dichiarazione dei redditi), richiedendo ed ottenendo – nell’ambito dello stesso – l’immediata emissione da parte del G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari del sequestro preventivo per equivalente sui beni nella disponibilità del denunciato al fine di tutelare la pretesa erariale.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi richiesti alle Fiamme Gialle hanno consentito di appurare che l’imprenditore era stato nel frattempo dichiarato fallito dal Tribunale di Castrovillari e che erano state sottratte alla procedura del fallimento merci acquistate per 1.700.000 euro.
I Finanzieri ricostruivano, infatti che le rimanenze di magazzino costituite da capi d’abbigliamento erano state distratte attraverso vendite “in nero”, in danno ai creditori della società fallita.
L’imprenditore è stato quindi denunciato per il reato di bancarotta fraudolenta, previsto all’art. 216 della legge 267/1942, poiché con la sua condotta, avendo, mediante artifizi documentali e contabili, occultato i propri ricavi nonché sottratto e alienato le scritture contabili, ha distratto beni societari e reso difficoltosa la ricostruzione del proprio volume d’affari e del proprio patrimonio al solo scopo di creare danno ai creditori.
Il reato societario prevede la pena della reclusione fino ad un massimo di 10 anni.
L’attività svolta evidenzia la particolare attenzione profusa dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e dalla Guardia di Finanza di Cosenza a contrasto della criminalità economica e finanziaria e di tale tipologia di reati che, di fatto, arricchiscono chi li pone in essere, a danno dei creditori delle società fallite, con riverberi negativi sull’economia locale e nazionale. (Comunicato)