La protesta di Roma ha ripercussioni politiche. C’è chi spinge per il ritiro delle candidature alle prossime elezioni amministrative di Giugno, così da aumentare il sentimento di indignazione e di protesta contro uno Stato arrogante. La proposta è quella di rinviare al prossimo autunno l’appuntamento con le urne. Ieri la prima sorpresa: dalle parole ai fatti. Il candidato a sindaco Tonino Casimiro ha deciso ufficialmente di ritirare la propria candidatura. Dopo la chiusura della conferenza stampa del Gruppo d’Azione per la Verità, si è aperto un dibattito al quale hanno preso parte sindaci, candidati, rappresentanti della società civile. Dopo Casimiro è intervenuto l’altro candidato a sindaco(Rossano Pulita) Flavio Stasi il quale ha riferito che la questione delle candidature richiede una discussione più approfondita tra gli stessi candidati. Il segretario nazionale della federazione nazionale agricoltori Mario Smurra «invita la politica a tentare di dare un segnale forte per dire che Rossano non ci sta. E rinnova la proposta a non andare a votare. Sulla proposta del ritiro delle candidature torna Luigi Pirillo, già Consigliere comunale di Rossano. Invita tutti a un incontro pubblico che si terrà sabato prossimo presso la delegazione comunale dello scalo, alle ore 10,30. L’obiettivo è quello di non presentare liste e candidature «per protesta contro la ingiusta, illegittima e vergognosa chiusura del Tribunale e l’accorpamento a quello di Castrovillari». «Non posso certo biasimare coloro i quali hanno espresso perplessità. Cosi come non posso non concordare- afferma- con chi assume che non tutto si è fatto per salvare il nostro presidio di giustizia. Tuttavia, l’analisi degli errori del passato deve servire per migliorare e per evitare che altri sbagli si compiano.
Ancora oggi tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’area della Sibaritide e della Sila Greca ricadente nell’ex circondario del Tribunale di Rossano abbiano il dovere di continuare a battersi per far si che sia eliminata tale macroscopica aberrazione.
Fare saltare le elezioni comunali rappresenta un atto di civile ribellione contro uno stato che nei confronti di questo territorio si è comportato (e purtroppo da molto tempo si comporta in ogni circostanza) da patrigno che fa differenza fra figli e figliastri. E’ stato chiuso il Tribunale di Rossano senza alcuna valida ragione, contro ogni logica ed ogni criterio legale. E’ stato penalizzato un territorio che oggettivamente e per comune considerazione è fra i più floridi ed importanti della Calabria.
Sono state danneggiate due realtà urbane come Rossano e Corigliano Calabro fra le più sviluppate socialmente ed economicamente e, in assoluto, fra i comuni più popolati della Regione; anche più di qualche capoluogo di provincia. Due comuni che sono fra i pochissimi in Calabria in continua e costante crescita anagrafica».