Questa è ormai da anni la fotografia sempre più grave della cosiddetta Camara Cerasaro sull’omonima Via, affacciata, da una parte, sul monumento storico Porta dell’Acqua (divenuto ormai il quartiere generale di topi preistorici causa scarichi fognari incontrollati ma evidentissimi); e, dall’altra, sul centralissimo Corso Garibaldi, a poche centinaia di metri dalla sede della Polizia Municipale, della Caserma dei Carabinieri e di una delle sedi municipali di Corigliano-Rossano, quella di Piazza Ss.Anargiri.
È quanto denuncia anche a nome dei residenti-resistenti del quartiere, Lenin Montesanto comunicando di aver trasmesso ogni atto e documentazione anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari sporgendo querela per omissione d’atto d’ufficio nei confronti di quanti dovessero essere riconosciuti colpevoli e informando per conoscenza di tutto il Prefetto di Cosenza.
Potrebbe essere (tra i tanti) – prosegue – uno dei quartieri più caratteristici, infiorati e colorati del Centro Storico di Rossano, la reception naturale di quel progetto di albergo diffuso nella città alta di cui si parla invano da decenni. Invece, quella originale sintesi urbanistica, esito e testimonianza di vite, esperienze ed emozioni di secoli passati, è diventata da qualche anno uno dei simboli più eloquenti non soltanto dell’abbandono, del degrado, dell’impunità, dell’illegalità e dell’inquinamento ma anche e purtroppo della plateale incapacità della locale Amministrazione Comunale a tutti i livelli (dal vertice politico a quello burocratico), della sostanziale incomunicabilità tra tutti i diversi soggetti istituzionali coinvolti e, in ultima analisi, del fallimento dello Stato, in tutte le sue articolazioni, rispetto all’esigenza di vedere tutelati i più basilari diritti di cittadinanza.
Esattamente da due anni, insieme ad altri residenti del quartiere, siamo costretti – aggiunge – a vivere con le nostre famiglie letteralmente barricati in casa per una emergenza igienico-sanitaria che, constatata e documentata sia dalla Polizia Municipale cittadina, sia dal Dipartimento igiene e prevenzione dell’Asp, in 2 anni non ha mai prodotto alcun intervento da parte, tra gli altri, degli uffici comunali competenti. Nonostante due anni di denunce formali a tutte le autorità interessate, ad oggi nessuna verifica è stata mai fatta sul paventato rischio crollo di un edificio che, alla presenza dei Vigili del Fuoco, della manutenzione comunale, di Carabinieri, Polizia e del Sindaco, il 24 giugno 2019 veniva fatto abbandonare e transennato, ma che oggi di fatto è variamente e furtivamente popolato. La discarica abusiva è ancora lì, sempre in aumento. La strada di accesso resta lastricata di escrementi umani freschi di giornata, probabilmente a causa dell’assenza di servizi igienici funzionanti in qualcuna delle abitazioni in questione. E per rientrare a casa bisogna prima verificare se i randagi chiusi in casa siano scappati o meno dalle finestre.
Sull’anarchia, sullo scempio e sulla vergogna quotidiana di Via Cerasaro e di Porta dell’Acqua l’attuale Amministrazione Comunale, puntualmente e formalmente informata su fatti e circostanze, dimostrando con ogni evidenza di non essere in grado di garantire le minime garanzie di sicurezza, decoro, igiene e vivibilità sul territorio, al di là di ogni altra velleità in tema di rivitalizzazione della Città alta, di fatto costringe cittadini e professionisti che pure avevano creduto ed investito in prima persona in un progetto di rilancio strategico e di riqualificazione ad abbandonare il Centro Storico di Rossano, divenuto in molte zone un far west insalubre e pericoloso da tutti i punti di vista, lasciato al suo peggior destino anzi tutto dalle istituzioni (Comunicato stampa).