Rossano – Con la solenne Messa in Cena Domini nella Cattedrale di Rossano-Cariati e nelle varie chiese dislocate nel territorio, si è entrati nel Triduo Pasquale. Il tempo di Pasqua, che giunge dopo un periodo di digiuno e d’astinenza, è il perno intorno al quale ruota la vita cristiana. La solenne liturgia in Cattedrale è stata officiata dall’Arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano e alcuni presbiteri, in cui si è fatta memoria dell’Ultima Cena che vede l’istituzione dell’Eucarestia. La lavanda dei piedi, gesto umile e ricco di significato, ha visto l’arcivescovo umiliarsi come Gesù a lavare i piedi ai suoi fedeli. Dopo la comunione, il Santissimo Sacramento è stato riposto su un altare appositamente preparato. La tradizione popolare vuole che questi altari siano ornati e che per tutta la notte del Giovedì Santo vengano visitati e ci si raccolga intorno in preghiera.
Il Venerdì Santo invece la Chiesa è in lutto, non si celebra messa ma si fa l’azione liturgica dove nelle prime ore del pomeriggio si ricorda la morte di Gesù. L’Arcivescovo si è prostrato a terra insieme agli altri sacerdoti in segno di sofferenza e rispetto per la morte di Gesù, dopo è stata letta la Passione, cioè le ultime ore della vita di Cristo, poi nella parte finale si è tenuta l’adorazione della croce.
Immediatamente dopo, tutti i fedeli con la Confraternita Maria Santissima Addolorata, accompagnata dalla banda Nicola Gorgoglione, hanno animato l’antica e suggestiva Processione dei Misteri. Il gruppo statuario al termine della composta processione è stato esposto alla pubblica venerazione dei fedeli nella piccola chiesetta attigua alla Cattedrale.
Il Sabato Santo invece è il giorno del silenzio e della riflessione, infatti le campane delle chiese non vengono suonate fino alla solennissima Veglia di Pasqua, quando dopo una lunga e commovente celebrazione si annuncia la Resurrezione di Cristo. Durante questa liturgia, il Padre benedice il fuoco, incide con nuove iscrizioni il cero pasquale, simbolo di rinascita e di luce, e infine benedice l’acqua. Un tempo la Gloria si “sparava”, cioè saliva a mezzogiorno di Sabato, ora invece la gloria si canta durante la veglia, preludio alla santa festa di Resurrezione.
Buona Pasqua!
Antonio La Banca