CATANZARO Rideterminata la pena in Corte d’Appello da sei a tre anni al notaio Guglielmo Labonia, accusato di peculato per essersi appropriato illegittimamente di tre milioni e quattrocentomila euro derivanti dalla vendita all’asta di beni provenienti da procedure fallimentari. Il professionista, era stato condannato a sei anni di reclusione, con conferma parziale da parte dei giudici della VI sezione penale della Cassazione, i quali avevano rispedito in Appello la parte in cui si riteneva responsabile il notaio in quanto non poteva non sapere poiché laureato in giurisprudenza. Gli ermellini avevano infatti disposto un rinvio a nuovo esame in appello per la rideterminazione della pena. Il procuratore generale ha chiesto la condanna a cinque anni, la difesa di altro parere (rappresentata dagli avvocati Giovanni Scatozza e Giovanni Zagarese) ha chiarito che chi era chiamato a rispondere e a conoscere non era certo Labonia ma il magistrato di riferimento, il quale avrebbe dovuto vigilare. Tesi accolta. Da qui la riduzione della pena da sei a tre anni. Niente carcere dunque per il notaio Labonia, già sottoposto ai domiciliari all’epoca dei fatti.