Sanità in panne: in particolare il pronto soccorso del presidio ospedaliero “Nicola Giannettasio” di Rossano. Un “lazzaretto” divenuto punto di riferimento dell’intera Piana di Sibari. A rischio “contagio” pazienti, utenza e personale. Risultano casi di tubercolosi in pazienti accantonati in stanze senza le precauzioni adeguate. Tutto questo in presenza di una folla oceanica di cittadini che provengono da tutta l’area jonica, incluso i turisti. Via vai di ambulanze ed elicotteri, mentre il personale è sotto pressione. E non mancano le tensioni derivanti da aggressioni verbali e fisiche. Spesso i cittadino si soffermano sul singolo disservizio perché ne è vittima in quel momento e disconosce le cause a monte. Ecco perché è importante seguire la varie vicende che riguardano la “sanità”, non solo per farsi un’idea sui livelli di responsabilità ma anche perché ognuno potrebbe imbattersi in prestazioni insufficienti. Personale infermieristico e medico sotto dimensionato, mentre mancano persino sedie e barelle. E talvolta finanche i medicinali. E pensare che il presidio ospedaliero di Rossano è stato disegnato per assolvere le funzioni di emergenza/urgenza. Si può? Il problema è naturalmente politico e ci riconduce al solito potere contrattuale di un territorio che non sa farsi rispettare nei luoghi che contano. Tutto il sotto dimensionamento e la razionalizzazione viene giustificata in nome di un nuovo ospedale al momento ancora “fantasma”. I tagli nel frattempo sono reali, concreti e immediati. Per non parlare della qualità di alcune prestazioni sanitarie e dei disagi derivanti dal fenomeno delle lunghe liste d’attesa. Il pubblico arranca. E se non si sta attenti si rischia un superamento per qualità e prestazioni del privato, in alcuni casi in verità ampiamente già accaduto. La cronica carenza di posti letto continua a costituire l’elemento fondamentale del malcontento diffuso. Oggi a Rossano il Consiglio comunale sarà chiamato a prendere atto delle linee guida dell’attuale amministrazione Mascaro. La sanità è un tema di assoluta importanza, soprattutto per i meno abbienti e per chi non ha le possibilità economiche di potersi curare altrove. Sul punto, pertanto, si richiede un maggiore senso di responsabilità. Uno degli aspetti più inquietanti è poi la lotta di campanile nell’ambito dell’ospedale spoke Corigliano-Rossano sulla supposta spartizione di divisioni e reparti. Qui si tocca l’assurdo. Al cittadino interessa l’assistenza di qualità, non altro. Talvolta sembra che il tempo si sia fermato a 30anni addietro quando affioravano localismi di basso profilo. Oggi il mondo, l’europa chiede altro. L’auspicio è che si prenda consapevolezza del dramma in cui vivono molti concittadini che demandano la speranza in Dio per essere salvati.