I motivi che hanno determinato a suo tempo la chiusura del tribunale di Rossano tornano a tenere banco.
Tutto è riesploso dopo la notizia ufficiale del progetto di ampliamento del tribunale di Castrovillari per un importo pari a 6 milioni di euro grazie al quale s’interverrà anche strutturalmente per ricavarne nuovi spazi. Eppure, nel 2012, nella relazione di un gruppo di lavoro del ministero della Giustizia, si attribuiva all’allora presidente Caterina Chiaravalloti la tesi secondo cui i locali del tribunale di Castrovillari fossero «sovrabbondanti».
La questione è stata al centro di un incontro voluto dal senatore Ernesto Rapani e tenutosi nella gremita sala rossa di Palazzo San Bernardino. Nel corso del convegno, Sergio Caliò, giudice ordinario e presidente della commissione tributaria di Cosenza, da qualche anno in pensione, ha rimarcato quella che a suo dire rappresenta un’evidente incongruenza della relazione ministeriale.
L’ex giudice, all’epoca in cui si decise per la progettazione del tribunale di Castrovillari, svolgeva servizio proprio in quel presidio: «Ho stimolato e imposto la realizzazione del nuovo tribunale di Castrovillari. E quando l’ho fatto realizzare era consono al ruolo organico della procura e del tribunale, appena sufficienti per soddisfare una circoscrizione di 120mila abitanti. Un presidio che all’epoca prevedeva 15 magistrati ordinari e la metà dei procuratori, a differenza di Rossano che pur avendo più carico di lavoro ne aveva solo 13». In sostanza, secondo Caliò, oggi quel presidio non può ospitare una circoscrizione che conta, complessivamente una utenza di formata da 240mila abitanti, essendo stato progettato per 120mila.
Dal canto suo, il senatore Rapani intanto si ritiene solo parzialmente soddisfatto della risposta del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, in merito all’interrogazione che ha presentato sulla questione: «Ho chiesto di riferire in aula su ciò che accadde al tempo fino ai giorni nostri. Ha dato garanzie che continuerà ad approfondire per capire cosa sia accaduto. Oggi ho la certezza, perché ci sono documenti che lo certificano, che esistono due relazioni contrastanti, quella dell’allora presidente del tribunale di Castrovillari e quella attuale della commissione.
Il parlamentare, tuttavia, chiarisce: «Se l’ampliamento di Castrovillari è un motivo per bloccare l’eventuale riapertura di Corigliano Rossano, non solo sarò contrario ma farò le barricate». Lo spirito prevalente sulla riapertura di un presidio in riva allo Jonio è il seguente: se lo Stato ha sbagliato, è lo Stato che deve ricorrere ai ripari. Infine, la polemica tra l’Amministrazione comunale in carica a guida Stasi e il rappresentante di Fdi, quest’ultimo alquanto dispiaciuto per l’assenza del primo cittadino al quale chiede nuovamente il vincolo di un immobile, con atto deliberativo, da destinare all’eventuale futuro nuovo presidio di giustizia. Sul versante opposto, la consigliera comunale di maggioranza Liliana Zangaro ha già comunicato che è prossimo un Consiglio comunale monotematico sul tema e che l’amministrazione va nella direzione di soddisfare ogni esigenza.
Fonte: LaCnews24