Come sempre capita nelle tematiche più rilevanti della politica, c’è la diversità di pensiero che spazia da destra a sinistra, in lungo e in largo e si differenzia, ovviamente, in base alla propria ideologia, congettura e appartenenza. Tribunale, ospedale, ferrovia, fusione. Quello che accomuna le prime tre questioni è, senza dubbio, la risultante di come viene esercitato il “potere” della politica o della pólis (città-Stato) che dovrebbe tenere conto dell’insieme delle cose della “città”. Gli affari pubblici (res publica) e insieme, la conoscenza della cosa pubblica e l’arte del loro governo, quindi originariamente e in senso proprio la politica non indica l’esercizio di un potere qualsiasi sugli uomini, ma, solo quel tipo di potere che esercitandosi su uomini liberi e uguali si fonda sul loro consenso e ha per fine il bene non solo dei governanti, ma anche dei governati. La politica dovrebbe essere considerata come una dimensione naturale dell’uomo, la sola che garantisce le condizioni entro cui può realizzarsi la pienezza della vita umana. Dovrebbe essere anche una costruzione artificiale dell’uomo, per garantire la sicurezza della sua vita. La politica, al fine di renderla utile alla collettività, bisognerebbe considerarne i due aspetti: l’aspetto teorico, che studia criticamente le forme di governo, le regole con cui, di fatto, si esercita il potere, i rapporti e le strutture di autorità all’interno dello Stato, le ideologie e le dottrine politiche; l’aspetto pratico, che sulla base dell’analisi teorica punta al conseguimento del potere politico e al cambiamento dei fini e delle strutture di questo. Sarebbe semplice quindi che una volta dato il consenso ai politici (governanti), questi, si adoperino al fine di “costruire” anche il bene del popolo (dei governati). In tutto questo, a oggi, pare giochi un ruolo fondamentale il raggiungimento della fusione tra i due comuni di Rossano e Corigliano. La fusione, che potrebbe essere un effetto della buona politica, pare sia diventata lo strumento principale che sostituisce la politica e renda fattibili tante idee, tanti progetti, l’attrazione di fondi privati, l’intercettazione di fondi pubblici, miglioramento della vita, del welfare, delle strade, dei marciapiedi, della riapertura di tribunali, ospedali e ferrovie, praticamente una bacchetta magica. Viene logico chiedersi: per migliorare lo stato delle cose, come già è successo in diversi periodi amministrativi della Città e come accade in altre realtà molto vicine a noi e che non abbiano di certo “apparentato” i comuni, vi pare ci sia stato bisogno della “fusione”? Migliorare invece il livello della vita del popolo, dei cittadini senza porre la “fusione” come strumento utile al raggiungimento di tali obiettivi, perché non è possibile? C’è davvero tanto da lavorare, tanto lavoro da fare e non possiamo pensare che un’ipotetica fusione tra Comuni, ci possa consegnare la bacchetta magica e rendere tutto semplice e fattibile. Non potrebbe essere il contrario? Non potrebbe essere, inoltre, che ai problemi di una società già compromessa sotto diversi aspetti, si vadano a sommare le problematiche già presenti in quel Comune con il quale unirsi? Quindi si dovranno gestire problemi e situazioni “vecchie” con altre nuove? Sulla base delle esperienze e su quanto appena espresso, è il numero di abitanti che rende forte politicamente una città o la classe politica? Non ci sarebbe bisogno di una classe politica, forte e autorevole, preparata e organizzata, determinata e risoluta anziché di una fusione? Una classe politica con le caratteristiche citate potrà essere insostituibile, mentre una fusione poggiata e “fortificata” solo sui numeri degli abitanti, farà si che all’indomani possa nascere, con un’altra fusione, una realtà ancor più folta e nutrita, che spazzerebbe definitivamente ogni certezza che si pensasse raggiunta. Inequivocabilmente, quanto accaduto alle scorse elezioni Provinciali, dà un segno indelebile e tangibile in negativo, che il dialogo politico tra le due realtà dei Comuni di Rossano e Corigliano è venuto meno, perdendo un’altra occasione per dare più peso politico al territorio sibarita. Non si è fatto gioco di squadra, nemmeno alla luce di un contesto importante quale sarà quello del referendum per la “fusione”. Bisognava, già da subito accordarsi all’unisono e far capire che qui, la tanto temuta Cosenza non avrebbe, politicamente, trovato terreno fertile. Riuscirà una politica comune a fare di questa “fusione” uno strumento utile a dare rilancio a tutto il territorio sibarita? Un passo importante da fare sarà quello di stilare un regolamento che contenga tutto ciò che sarà la “fusione” dei Comuni di Rossano e Corigliano, e una volta stilato, farne prendere visione ai cittadini, sotto ogni forma, dagli opuscoli ai convegni e questo, ovviamente, prima di ogni voto referendario. Questo referendum, non è da vedersi come il raggiungimento di un traguardo perchè siamo solo al nastro di partenza. Se questa “fusione” sarà proficua o meno, lo vedremo con il tempo ma che non sia troppo tempo, perché siamo indietro di molti anni a confronto di realtà vicine come la Puglia, da un punto di vista turistico, alberghiero, industriale, commerciale. Non voglio, con questo imporre verità, ma contribuire a rompere quei muri di falsità che possono “approfittare” della questione “fusione” in un senso o in un altro, o che potrebbe essere strumentalizzata da parte di quella cattiva politica che ha già fatto tanti danni al nostro territorio, svendendolo sempre al peggior offerente.
(fonte: comunicato stampa)