Corigliano-Rossano – Lavoro, emergenza morale e crisi di valori al centro del messaggio di Monsignor Maurizio Aloise, Arcivescovo di Rossano-Cariati, in occasione della festività di San Nilo. Il presule lancia un appello alla politica e alle istituzioni, soffermandosi poi sui problemi che affliggono il territorio.
“Non basta contrastare le tenebre, bisogna accendere la luce, far risplendere la luce”. (San Nilo)
Cari fratelli e sorelle, difronte alle tenebre non bisogna solo gridare, bisogna accendere una luce, chiunque fra noi può accendere una luce, anche un ammalato… dobbiamo impegnarci ad accendere luci che vincano le tenebre di questo mondo.
«Non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce»
Sono le parole pronunciate da San Nilo, parole che oggi risuonano attuali, moderne, vere. Fungono da ispirazione e monito in questi tempi difficili. Alla sua figura, alla sua vita, improntata alla missione e al servizio, dobbiamo ispirarci ogni giorno e soprattutto oggi.
Il mondo intero implora la luce per questi tempi bui. La strada la indica con chiarezza San Nilo. Dobbiamo agire, dobbiamo fare e non subire le logiche del male che divorano la bellezza dell’esistenza.
Siamo chiamati ad anticipare i tempi e non assistere passivamente al loro scorrere come spettatori dinanzi allo spettacolo dell’esistenza che si consuma sotto il nostro sguardo ormai abitato dalla paura e dalla rassegnazione, e quindi incapace di lasciarsi raggiungere e trasformare dalla luce di un’alba nuova.
A conclusione delle elezioni il mio pensiero va oggi al mondo della politica e delle istituzioni.
Chiediamo, nella preghiera, per i nostri governati al quale è affidato il bene comune, la sapienza del cuore e la virtù della carità evangelica perché siano attenti alle esigenze dei più poveri, promuovano la cura del creato e siano autori di processi che possano favorire opportunità di lavoro perché ogni uomo ritrovi la dignità del vivere.
Anche a ciascuno di noi è chiesto di non fermarsi al lamento perché esso non farà altro che ingrandire il problema. È necessario passare ad un’azione creativa, gravida di percorsi condivisi: la speranza è una luce che può illuminare i nostri passi solo dentro il valore della fraternità universale, dove ciascuno può riconoscere l’altro come fratello e sorella da custodire, dove l’altro non è più considerato come nemico da abbattere. Così possiamo far nascere la speranza; così possiamo far risorgere la speranza lì dove sembra che sia morta.
Oggi, sono tanti, infatti, i problemi stringenti che coinvolgono il nostro territorio:
quello del lavoro: Aziende costrette a licenziare, 40 famiglie della nostra Città di Corigliano-Rossano che rischiano la loro serenità. Ma non solo.
Questa sera il nostro pensiero non può non rivolgersi ai tanti lavoratori costretti a turni massacranti nei campi, senza un attimo di ristoro, rischiando di perdere finanche la loro vita sotto il sole cocente di questa estate.
Come non pensare anche ai nostri giovani che per rimanere qui in Calabria sono costretti ad e contratti lavorativi inaccettabili, dove il salario non corrisponde alle ore lavorative che svolgono.
Agiamo. Non chiudiamo gli occhi dinanzi a queste storture che uccidono il sogno di Dio per l’uomo! Accendiamo insieme la luce della giustizia e del rispetto umano!
Oggi inoltre è evidente la crepa che riguarda l’emergenza morale e dei valori. Rapiti ormai dal fascino del mondo virtuale e dalla ricerca ossessiva dei “followers” che sempre di più coinvolge l’interesse degli adulti e non solo quello dei giovani, ci troviamo dinanzi ad una crisi di valori senza precedenti che ci lascia smarriti e attoniti.
Succede così che, giovani e meno giovani, immersi dentro una condizione di assenza di significati esistenziali, non vedono più davanti a sé una via di luce da seguire!
Crea dispiacere sentire notizie di nostri adolescenti che aggrediscono, anche con morsi, i loro coetanei come unica via di dialogo e confronto; l’uomo regredisce ad uno stato brado, animalesco, ogni volta che smarrisce la consapevolezza di essere un figlio amato dal Padre, e si ritrova solo e annoiato, e il suo ultimo grido di allarme rimangono tutti quei gesti estremi per reagire al vuoto del cuore.
Vorrei ribadire e dire ancora una volta a ciascuno di noi e soprattutto ai giovani che la loro vita è preziosa; non siete soli, il Signore vi cammina affianco; cercatelo nelle amicizie vere, nei gruppi giovanili delle vostre parrocchie, nel confronto con i vostri sacerdoti, educatori o insegnanti; accendiamo insieme la luce dell’accompagnamento educativo e di una rinnovata consapevolezza dell’amore di Dio per ciascuno di noi.
A conclusione vorrei ancora evidenziare la facilità con la qualche si sfasciano le famiglie perché si sceglie la via della pigrizia e non quella dell’impegno richiesto per costruire l’amore familiare. Accendiamo insieme la luce dell’accoglienza, del perdono e della gioia dell’amore che i coniugi sono chiamati a rinnovare quotidianamente con sincerità e benevolenza fidandosi della promessa di Dio.
Agiamo, sull’esempio di San Nilo, instancabile nel suo cammino di sensibilizzazione, non stanchiamoci di provarci, di tendere una mano, di lavorare, di costruire, di dialogare. Non consegniamo il nostro tempo alle storie sui social, ma diventiamo artefici della storia che Dio ha scritto per noi.
Come Te San Nilo, Cercatore instancabile dell’Eterno Dio, vogliamo metterci in cammino, per accogliere la misura alta della fede, ed essere per molti via che conduce verso Dio. San Nilo uomo di pace e di speranza: in Te, in cui vediamo unito oriente e occidente, chiediamo che possa tornare presto la pace a regnare nei nostri cuori e sul mondo intero.