Nei giorni precedenti alla sua destituzione, l’ex commissario convocato dalla funzionaria del Mef Angela Adduce. La nota firmata durante il Consiglio dei ministri
È una eredità che pesa come un macigno quella che adesso graverà sulle spalle del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Decenni di malagestione e un deficit ancora in parte da quantificare, a cui si aggiungono gli ultimi lasciti – quasi testamentari – del defenestrato Guido Longo.
L’ultima nota
L’ormai ex commissario ad acta che ha retto le sorti della sanità calabrese per quasi un anno e che ancora giovedì – nelle concitate ore in cui il Consiglio dei Ministri si apprestava a porre fine alla sua esperienza – risultava al lavoro alla sua scrivania al terzo piano della Cittadella. Intorno alle 16.30 mentre era in corso la riunione a Palazzo Chigi Guido Longo firmava e inviava la sua ultima nota alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. Oggetto della comunicazione: la sentenza del Tar che ha annullato due dei suoi decreti (il 49 e il 50) riguardanti la fissazione dei tetti di spesa per le prestazioni da acquistare dai privati accreditati.
I giudici amministrativi – su ricorso proposto dalla clinica Villa Sant’Anna di Reggio Calabria – avevano infatti giudicato illegittimo il trasferimento delle prestazioni ambulatoriali (apa) e dei pacchetti ambulatoriali complessi (pac) dalla specialistica ambulatoriale all’assistenza ospedaliera senza provvedere anche a stimare una congrua dotazione economica.
Muro contro muro
Un pasticcio da oltre 11 milioni di euro che però l’ormai ex commissario aveva testardamente deciso di portare fino in fondo. Nella nota annunciava «di aver dato mandato di proporre appello avverso la sentenza» richiedendo inoltre indicazioni alle aziende di «far pervenire una dettagliata relazione sull’andamento della spesa nei due settori interessati – la specialistica ambulatoriale e l’ospedaliera – e sulla fattibilità di eventuali azioni di adeguamento». In dettaglio, aveva chiesto di «valutare gli effetti della sentenza sui contratti già stipulati» poiché «vi sarebbe stata una indebita decurtazione delle risorse dal settore ospedaliero di 11.368mila euro pari al valore stimato delle prestazioni apa e pac a vantaggio della specialistica ambulatoriale».
Il fascicolo è ancora aperto ma, nel frattempo, transitato sulla scrivania del governatore, Roberto Occhiuto, che già nel pomeriggio di ieri ha preteso il passaggio di consegne con il prefetto non dimissionario. Pare infatti che Guido Longo non abbia presentato formali dimissioni ma sia stato “licenziato” in tronco direttamente dal Consiglio dei Ministri benché già informato dell’imminente destituzione. Nel corso della sua ultima settimana da commissario era stato infatti convocato dalla funzionaria del ministero dell’Economia e delle Finanze, Angela Adduce, coordinatrice dell’omonimo tavolo per la verifica degli adempimenti del piano di rientro.
La destituzione
Un faccia a faccia di cui non si conosce il tenore del colloquio ma certamente anticipatorio dell’imminente avvicendamento, se non altro perchè la nomina a commissario ad acta di Roberto Occhiuto in seno al Consiglio dei Ministri è stata avanzata proprio dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. Spetterà adesso al governatore districare anche l’ultima matassa lasciata in eredità da Guido Longo e decidere se proseguire nel solco del muro contro muro con gli erogatori privati o soffocare anche quest’ultimo sussulto decisionista, così come già avvenuto per la riduzione dei centri vaccinali.
L’ex commissario aveva, infatti, avviato la razionalizzazione dei punti vaccinali prevedendo una riduzione dagli attuali 143 a 26 complessivi. Anche questa iniziativa è stata immediatamente stroncata dal presidente Roberto Occhiuto, il quale proprio ieri ha fatto recapitare una missiva alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi confermandone «la sospensione fino a nuove disposizioni». Una censura che sembra il preludio di un netto cambio di passo rispetto alla gestione del precedessore, il quale resterà negli uffici del terzo piano almeno fino a lunedì quando è in programma un formale commiato con i commissari da lui designati ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. A quanto pare la poltrona da commissario della sanità calabrese non è poi così scomoda.
fonte di Luana costa LACNWES24