Infine qualcuno si è stupito della scelta di non sottoscrivere documenti per la riapertura di singoli ospedali. Ho sempre creduto che la riapertura di tutti gli ospedali di frontiera della provincia, considerate le caratteristiche del nostro territorio, sia fondamentale per poter sgravare gli Spoke e dare risposte immediate alla popolazione, ovviamente senza creare ospedali-fotocopia. Per questo, piuttosto che firmare documenti condivisibili ma che rischiano di aggiungersi ad una pila di centinaia di carte impolverate, ho preferito impegnarmi apertamente per l’idea di provare ad unire i territori e costruire insieme una proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera, a partire da quella ionica. Per questa ragione martedì prossimo faremo un incontro (in videoconferenza) con i sindaci delle città in cui ci sono ospedali chiusi. Solo uniti possiamo ottenere grandi cose.
Non è semplice, ma credo che nei momenti di difficoltà la nostra comunità unita sia in grado di dimostrare tutta la sua forza, ed è con quella forza che ripartiremo. Ora quella forza ci serve per resistere, per non cadere nella trappola del nemico invisibile, per fare in modo che quel momento, quello della ripartenza, arrivi presto».