La crisi della sanità nel comprensorio ionico cosentino non è più una questione ignorabile. L’ospedale Spoke di Corigliano Rossano, come anche l’intero sistema sanitario territoriale, si trova in una situazione di sofferenza che, secondo l’ex delegato alla sanit e componente della direzione regionale del Pd Franco Pacenza, richiede interventi urgenti e concreti. La mancanza di personale e la disorganizzazione strutturale sono problemi che si trascinano da anni, senza che si siano attuate soluzioni significative. Il tema della medicina territoriale, in particolare, rappresenta uno dei punti più critici. Il comprensorio, infatti, soffre della mancanza di direttori nei distretti sanitari da oltre due anni, con un effetto domino che si riflette sull’intero sistema di assistenza sanitaria locale. Le carenze di personale medico negli ospedali, unite a un’organizzazione frammentata, stanno portando il sistema vicino al collasso. Durante un’intervista, Franco Pacenza ha dichiarato che la situazione della sanità locale è insostenibile, con numerosi reparti ospedalieri in difficoltà.
«Il reparto di psichiatria di Corigliano è emblematico: un solo medico in servizio, supportato da prestazioni aggiuntive di altri operatori. Non possiamo continuare così. Il sistema sanitario locale è al limite». Le criticità non si limitano alla psichiatria, ma investono anche altri reparti e servizi essenziali, con una cronica mancanza di medici e personale sanitario qualificato. Pacenza ha puntato il dito contro la gestione delle risorse umane e la mancata attuazione di strumenti fondamentali come la contrattualizzazione degli specializzandi. Questo strumento, introdotto nel primo decreto Calabria cinque anni fa, è stato sottovalutato, perdendo così una preziosa opportunità per rinnovare e potenziare le risorse umane nel sistema sanitario regionale. Il rappresentante del Pd sottolinea inoltre come le procedure concorsuali siano diventate un ulteriore ostacolo al reclutamento del personale medico. «Si fa fatica persino a trovare membri per le commissioni esaminatrici a causa del clima di intimidazione e sospetto. Non possiamo continuare a frammentare i concorsi per singole unità: serve una centralizzazione delle procedure a livello regionale».