La delibera della giunta regionale, ora annullata dal Commissario Scura, prevede che le reti “clinico-assistenziali” vengano scorporate dalle originarie Asp (due delle quali verrebbero soppresse) e accorpate agli ospedali HUB di riferimento. Nel caso di Corigliano Rossano (non essendo HUB), quindi, lo “spoke” finirebbe sotto la gestione ovviamente di Cosenza, con tanto di aggravio di costi a causa della lunga distanza territoriale che lega Cosenza a Corigliano Rossano.
L’auspicio, al di là del decreto commissariale che ha imposto lo stop alla riforma, è che la classe politica si mobiliti seriamente rispetto al tema della sanità e faccia prevalere i propri di diritti nella prima città della provincia di Cosenza che, in quanto tale, convoca e presiede l’istituto della conferenza dei sindaci con poteri di indirizzo e di controllo. In questo caso dovrebbe agire il commissario prefettizio Domenico Bagnato che, come tutti i rappresentanti espressione ministeriale, assume comportamenti neutri. In questo caso, però, dovrebbe sostenere le ragioni della comunità amministrata. Il tempo c’è. Che quel che resta della rappresentanza parlamentare regionale del territorio si faccia sentire su questioni così serie.