Corigliano Rossano – Sanità, mai caduti così in basso. L’emergenza è al collasso: i pronto soccorso dell’ospedale spoke Corigliano Rossano vivono in una condizione di paralisi generale: personale medico, paramedico e ausiliario ridotto a lumicino. Situazione drammatica nel presidio “Guido Compagna” – area urbana di Corigliano. A nulla valgono le segnalazioni agli organismi superiori preposti, tutto rimane lettera morta. E la tensione è alle stelle: l’utenza reagisce talvolta anche con violenza. Perché quando si è in codice rosso e le risposte non sono esaustive per un problema di “sistema” ci si scaglia contro i camici bianchi, in larga parte dei casi incolpevoli. Negli ultimi giorni qualche medico si è beccato un ceffone al volto, la rabbia di altri ha divelto e sfondato una porta d’ingresso. E tutto questo in un contesto di gravi violazioni di diritto alla salute, sancito dalla Costituzione italiana. Non solo. Come dimenticare l’impegno verbalizzato dall’allora conferenza dei sindaci dell’ex Asl n.3 quando gli amministratori mettevano nero su bianco circa la necessità di mantenere inalterati i quattro presidi ospedalieri di un tempo in attesa della costruzione del nuovo ospedale. Volontà successivamente calpestata dall’allora governo Scopelliti in nome della spending review. E’ da allora che la situazione sanitaria jonica precipita, unitamente all’assurda soppressione dell’ex Asl di Corigliano Rossano. Non solo vennero chiusi gli ospedali di Cariati e Trebisacce e depotenziati Corigliano e Rossano, quando le aree dell’alto e del basso jonio ancora oggi confluiscono della città unica. Come non ricordare la sospensione delle procedure per la realizzazione del Dipartimento di emergenza e di accettazione perdendo sia la postazione sia il finanziamento! O la possibilità di concludere l’iter per la dotazione di una Radioterapia lasciata cadere per i soliti insulsi equilibri! Erano tempi in cui forse si contava di più! Ed ora invece il collasso! Nelle ultime ore un ausiliario 58 enne del pronto soccorso è stato colpito da infarto per stress da lavoro. Dopo essere stato trasferito d’urgenza a Castrovillari si è ripreso e ora le sue condizioni sono stazionarie. Altri medici attinti dalla sindrome di burn out. Orari di lavoro raddoppiati, eccessi negli straordinari, riposi settimanali rifiutati, ferie non godute con arretrati di oltre un anno. Disagi tutti segnalati, ma nessuno risponde. E tutto questo in una fase caotica nei piani alti dell’Asp di Cosenza. Nel frattempo arrivano i NAS e acquisiscono i fascicoli dei turni di medici e paramedici, alcuni dei quali assenti per malattia. Che i candidati a sindaco in corsa per la conquista del futuro palazzo di città si facciano carico dell’attuale situazione e, insieme, individuino un percorso comune a sostegno delle strutture locali!