C’è chi specula sulla disperazione. E c’è anche chi si mimetizza nella speculazione. La bufera che travolge l’organizzazione non governativa (ong) senza fine di lucro su scala nazionale pone dubbi e insicurezze su quanto accade in riva allo jonio cosentino, non certo estraneo agli sbarchi, considerata la presenza del porto di Corigliano. Sul punto intervengono i salviniani rossanesi coordinati da Egidio Perri secondo il quale il Sindaco Mascaro e l’assessore Stella, “devono dare immediatamente, un freno al progetto SPRAR che in poco tempo, hanno provveduto ad elaborare ed approvare con la benedizione di tale Manoccio, referente Regionale per l’immigrazione e del quale abbiamo già avuto modo di parlare. I clandestini rendono più della droga” è l’espressione che molto spesso è intercettata in diverse operazioni quale “mafia capitale” e se la Procura di Catania per tramite di un coraggioso quale è il procuratore Carmelo Zuccaro, indaga sulle “relazioni pericolose” tra le Organizzazioni non governative e gli scafisti, è anche per queste circostanze, che nascono le operazioni di sbarco, che bisognerebbe fare prevalere il buon senso ancor prima di voler “accettare”di far parte di questo “affare” e ancora peggio, essere parte di “favoreggiamento” in quella che ormai sembra e che ho sempre definito, una tratta degli schiavi in chiave moderna. Non ci meravigliamo più, se sbarcano migliaia di delinquenti provenienti dall’altra parte del mondo e che purtroppo, forse, si riconosceranno solo al momento dei loro atti di violenza, furti e rapine. Però molto spesso, non si conoscerà mai chi è stato, nemmeno dopo. Allora è sempre più lecito chiedersi, chi sono quelli che arriveranno a Rossano sotto l’effige orgogliosa del Comune? Quale criterio sarà adottato oppure hanno già adottato il Sindaco e l’assessore per essere certi che quelli che sbarcheranno e saranno dirottati a Rossano, non hanno precedenti penali, non soffrono di problemi legati a malattie infettive? Come ogni giorno e in ogni sbarco sfortunatamente si susseguono. Questi diecimila euro a cranio, tanto si guadagna, e quindi con tali incentivi si “accolgono” clandestini senza preoccuparsi di come e in quali condizioni. Le persone sono solo dei numeri. Andando in giro per le nostre città più o meno grandi, meglio si comprende il degrado dell’accoglienza e l’esasperazione dei cittadini, mentre i soldi che andranno a incrementare le entrate dei furfanti che traggono profitto sull’accoglienza. Qualcuno si potrebbe rincuorare col fatto che in questo caso i soldi arrivino dall’Europa. Sbagliato. Anche questa è un’illusione. I soldi dell’Europa non sono un regalo, un aiuto, ma sono denaro del contribuente italiano. Negli ultimi 14 anni abbiamo versato all’Europa 213 miliardi di euro e ne abbiamo incassati 141, con un disavanzo di 72 miliardi. L’accoglienza assomiglia di più a una filiera di profitti ed inoltre, gli Stati del Nord Europa pretendono una clausola, se un profugo, per fare un esempio, viene accolto in Italia deve rimanerci e non può assolutamente trasferirsi in Germania, in Olanda o in Svezia. Queste e molte altre tematiche, le trattiamo presso la nostra sede aperta dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00 in via Regina Margherita, 194 – I° Piano Rossano”. Il dramma dei “disperati” va affrontato con alcune consapevolezze che permangono punti fermi anche del cristianesimo: l’universalità dell’individuo. Osservando questo principio, per chi vi crede, è bene porsi con senso di solidarietà umana ed operativa nei confronti di chi soffre.