La società Bieco respinge con fermezza il maldestro tentativo di tradurre in atto di intimidazione quella che è da ritenere un’azione di necessaria autotutela all’immagine dell’azienda e alla onorabilità e dignità delle persone che la compongono. Non si possono accettare le accuse prospettate nel tempo di disastro ambientale e di procurato allarme. Si tratta della configurazione di gravi reati verso i quali non si può far finta di nulla, altro che lesione al diritto di esercitare le libertà di critica o di denuncia.
Legambiente disconosce poi, volutamente, che la discarica è regolarmente autorizzata, non abusiva, pertanto rigorosamente controllata e sottoposta a verifica da organismi dello Stato, così da garantire la tutela delle aree a vocazione agricola, delle acque e del mare, della biodiversità, della flora e della fauna.
In discarica, sia ben chiaro, non sono mai stati abbancati rifiuti solidi urbani, in particolare tal quale, in ossequio al quadro normativo vigente.
La struttura ospita rifiuti non pericolosi, tra i quali fanghi prodotti dagli impianti di depurazione di diversi comuni e scarti irrecuperabili della raccolta differenziata. Ecco perché i teoremi fumosi di Legambiente, intrisi di ignoranza mista a malafede, culminano nella speculazione di interessi ben definiti, che nulla hanno a che vedere con la Bieco.
L’associazione ambientalista farebbe bene invece a concentrare i propri sforzi a una campagna di sensibilizzazione protesa a mantenere le città, i fiumi ed i torrenti puliti, al fine di rispondere alle vocazioni naturali del territorio che guardano al turismo e all’agricoltura. Questo risultato lo si può raggiungere solo mediante un corretto smaltimento dei rifiuti. (Comunicato Stampa)