Il livello di insicurezza nella comunità di Schiavonea è ormai evidente a tutti, trasformando una stagione estiva di attenzioni in un periodo di totale abbandono da parte dello Stato. Le cause vanno dalla carenza di risorse umane e strumentali per garantire la sicurezza stradale alla mancanza di una programmazione efficace sulla gestione dell’immigrazione irregolare che affligge la città.
I mesi invernali vedono il caporalato prosperare, nonostante la carenza di manodopera nelle imprese agricole e turistiche sane di Schiavonea, la più grande frazione di Corigliano-Rossano. Gli immigrati irregolari, con scarponi ai piedi, sono un’immagine comune sul lungomare e in piazzetta Portofino.
È innegabile che chi perde la propria identità e vive in condizioni di sfruttamento e violenza, alla fine, sviluppa comportamenti antisociali, causando danni e disagi alla comunità. Dura la presa di posizione del consigliere comunale di Azione Francesco Madeo che si rivolge al Prefetto di Cosenza. «L’Amministrazione Comunale, tuttavia, non può essere ritenuta responsabile, mancando delle competenze e degli strumenti necessari per affrontare il caporalato in modo efficace. La scelta della repressione da sola non è sufficiente per contrastare il fenomeno. È essenziale attuare una procedura di integrazione che preveda la consegna di documenti di identità validi per ottenere un lavoro lecito e dignitoso, una casa con standard di vita adeguati e la possibilità di richiedere il ricongiungimento familiare. Il Prefetto è chiamato ad assumersi la responsabilità di una soluzione immediata prima che le tensioni sociali esistenti sfocino in problemi più ampi e irreversibili».