Dev’essere certamente così perché quando ti ho conosciuta, Raffaella, nelle 16 settimane in cui ho avuto l’onore di lavorare con te, è capitato spesso di vederti sorridere alle mie battute e questo mi provocava una grande gioia. Con la tua energia straordinaria e la tua sensibilità sei riuscita sempre a mettermi a mio agio nonostante la mia timidezza davanti a te.
Di quel periodo ricordo poche cose: Antonio Ricci che mi trascinò in questa avventura, Carletto Bianchessi insostituibile amico e collega col suo grande cuore, Alfredo Papa, forse il più grande trasformista di tutti i tempi e poi, un momento di immensa emozione, che non dimenticherò mai: il giorno in cui ho avuto uno sbalzo d’umore e tu col tuo poetico sorriso mi prendesti sotto braccio e mi portasti nel tuo camerino per parlarmi e tranquillizzarmi. Mi congedasti con stampandomi un bacio sulla fronte.
Sono certo che ti incontrerò ancora, magari in una vita più giusta.
Ora, prima di lasciare la tua mano, voglio baciarla guardandoti mentre mi regali il più dolce dei tuoi sorrisi.
A presto, mia divina ed elegante Signora dell’Arte
Renato Converso