Continua il dibattito acceso sulla centrale a biomasse del Mercure, situata nel cuore del Parco del Pollino, dopo la discussione in Sesta Commissione Consiliare sulla proposta di abrogazione dell’articolo 14 della Legge regionale 36/2024. La proposta, avanzata dal consigliere regionale Ferdinando Laghi, mira a limitare la potenza delle centrali a biomasse nelle aree protette della Calabria.
Secondo Laghi, la società che gestisce la centrale, controllata da Sorgenia, godrebbe di significativi incentivi economici concessi localmente. Tuttavia, il ritorno economico per il territorio rimarrebbe esiguo rispetto ai benefici derivanti dalla produzione energetica. Durante la seduta, Laghi ha sottolineato che l’azienda si sarebbe dimostrata reticente nel fornire chiarimenti puntuali sulle proprie operazioni e sulla gestione degli incentivi.
Dichiarazioni e tensioni in Commissione
«Ho chiesto al Presidente della Mercure srl di fornire per iscritto le risposte alle domande poste, ma la disponibilità si è rivelata un rifiuto mascherato», ha spiegato Laghi. Durante il suo intervento, il consigliere ha lamentato un atteggiamento definito «arrogante e prepotente», che secondo lui rappresenta un’immagine di gestione aziendale incompatibile con i principi di trasparenza e rispetto per la comunità locale.
Il Capogruppo di De Magistris Presidente ha inoltre denunciato un comportamento che avrebbe escluso deliberatamente il confronto con il territorio. «È una scelta che mortifica non solo me come persona, ma l’intera istituzione regionale», ha concluso.
Prospettive future
Il futuro della centrale del Mercure resta incerto, con un dibattito che si fa sempre più aspro. L’abrogazione dell’articolo 14 potrebbe rappresentare un passo cruciale per la regolamentazione delle attività energetiche in aree protette. Tuttavia, rimangono aperti numerosi interrogativi sulla sostenibilità economica e ambientale di tali impianti, così come sulla capacità delle istituzioni di tutelare gli interessi delle comunità locali.