«Il sindacato è pronto al confronto e certamente darà il suo contributo alla discussione e quindi chiediamo alla Giunta ed al presidente Oliverio l’apertura di un confronto urgente sulle reali necessità della scuola calabrese. La scuola è un bene comune attraverso il quale è necessario re-instaurare un rapporto di dialogo con tutti i soggetti che rappresentano la scuola e chi ci lavora, a partire anche dalle rappresentanze sociali». Lo affermano, in una nota, i segretari generali e quelli del settore scuola di Cgil, Cisl e Uil. «Anche quest’anno – si aggiunge nel comunicato – si registrano ritardi nelle operazioni propedeutiche ad un avvio sereno dell’anno scolastico, aggravati da errori e leggerezze nella fase della mobilità dei docenti che si ripercuoteranno, evidentemente, sul normale avvio delle lezioni. Molti docenti della nostra regione saranno costretti ad emigrare in altre regioni per gli effetti della legge 107/15 e di un algoritmo sbagliato che ha provocato moltissime ingiustizie, molti docenti non riusciranno ad ottenere il rientro in regione. A ciò si aggiungono le magre risorse destinate per le immissioni in ruolo nella nostra regione, un quota irrisoria che non supera le 180 unità. Quindi oltre al danno di molti docenti che, ribadiamo, saranno costretti ad emigrare anche la beffa nei confronti di molti inseriti nelle GAE nella nostra regione che aspettavano un ingresso definitivo nel mondo della scuola. Gli effetti della Legge 107 si stanno dimostrando deleteri e negativi su ogni fronte e nelle scuole è emergenza ogni giorno, se questa è la Buona Scuola che il Governo aveva in mente di creare, dobbiamo constatare che i fatti non ci hanno smentito. È da un anno e passa che stiamo denunciando le nefaste conseguenze di questa Legge che passa attraverso la fase della mobilità, con centinaia di ricorsi ancora pendenti, sulle procedure dei concorsi, alle procedure della cosiddetta chiamata diretta. Tutte operazioni che hanno fatto registrare dei fallimenti». «In questo quadro a tinte fosche – affermano ancora i sindacati – la politica regionale gioisce e si esalta perché vengono assegnati giustamente, come previsto dalle normative vigenti e non per grazie ricevuta o intercorsa, i posti di sostegno in deroga senza sapere che tutto ciò è sempre avvenuto come dimostrano i provvedimenti adottati negli anni precedenti ed anche in questi mesi (posti in deroga vengono concessi dall’Ufficio scolastico regionale per coprire tutte le esigenze presenti nelle scuole). Vorremmo ricordare alla Giunta ed al Consiglio che in Calabria la legge sul diritto allo studio è stata approvata nel lontano 1985 e mai più rivista. Una Legge che non ha prodotto alcun risultato nel merito e che evidentemente il tempo trascorso la rende del tutto inadeguata ai tempi. A Giunta e Consiglio vorremmo anche ricordare che in Calabria, di fatto, non esiste il tempo pieno, perché mancano le mense, i trasporti scolatici hanno evidenti mancanze e non aiutano i ragazzi a compiere un percorso scolastico pieno. Basterebbe il solo tempo pieno per poter permettere a tutti i docenti calabresi sparsi per l’Italia di rientrare in regione.
Sempre alla Giunta ed al Consiglio regionali vorremmo, molto sommessamente, dire che forse anziché prodursi in attestazioni di solidarietà nei confronti di tutti i comitati dei docenti che in questi mesi hanno chiesto un aiuto, forse sarebbe più utili affiancare il sindacato nelle richieste al Governo di maggiori risorse sia economiche che umane per la scuola calabrese. E vorremmo anche chiedere quando sarà avviato un confronto su un progetto di scuola in Calabria? Forse è arrivato il momento – conclude la nota di Cgil, Cisl e Uil – del fare e di interessarsi realmente della scuola calabrese, anziché gioire ed esaltarsi per il riconoscimento di un diritto sacrosanto. Oppure anche i diritti diventano “gentili concessioni”».