I FATTI La vicenda ha origine dalla denuncia sporta dalla sig.ra C.M., residente a Corigliano Rossano, che riferiva di aver ceduto in conto vendita nel 2013 a V.F., titolare di una Galleria d’Arte, 11 dipinti e una scultura in bronzo, con l’impegno dell’uomo al pagamento delle opere qualora le avesse vendute o alla restituzione di quelle invendute entro il 2014. Si trattava, nello specifico, di opere di pregio per un valore complessivo che si aggirava attorno ai 200mila euro: un dipinto di Remo Brindisi, due opere del Maestro Ugo Attardi, un’opera di Domenico Cantatore, due opere di Antonio Corpora, un’opera di Ennio Calabria, due opere di Roberto Crippa, due opere del Maestro Remo Squillantini e una scultura in bronzo dello scultore Francesco Messina.
Dopo qualche piccolo acconto, la sig.ra C.M. non riceveva altro denaro, né la restituzione delle opere, nonostante le richieste al titolare della Galleria d’Arte il quale la rassicurava sulla imminenza della vendita. Ma, trascorso altro tempo, la donna non ricevette più risposta né la restituzione delle opere nonostante fosse scaduto il termine concesso per la vendita.
IL PROCEDIMENTO PENALE La denuncia ha dato il via ad un procedimento penale nei confronti di V.F. con l’accusa di truffa contrattuale, nell’ambito del quale la Procura ha avanzato richiesta di archiviazione. A tale richiesta si è opposta la sig.ra C.M., difesa dall’Avv. Giuseppe Tagliaferro, sostenendo la perseguibilità del reato di truffa contrattuale aggravata. Il Gip presso il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento dell’opposizione, ha quindi ordinato al Pubblico Ministero di formulare il capo di imputazione e di andare avanti con il procedimento.
LA SENTENZA L’uomo è stato quindi citato in giudizio dinanzi al Tribunale di Castrovillari con l’accusa di truffa contrattuale aggravata “perché in qualità di titolare dell’omonima galleria d’arte al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, dopo aver ricevuto in conto vendita n. 11 opere dipinti su tela e una scultura in bronzo da parte di C. M., se ne appropriava, rifiutandone sia la restituzione degli oggetti venduti sia il rispettivo controvalore, malgrado le formali intimazioni della parte offesa in tal senso”. Nel procedimento la sig.ra C.M. si è costituita parte civile con la difesa dell’avvocato Tagliaferro. Espletata l’attività istruttoria dibattimentale, esaminati la parte offesa e i testi indicati dall’accusa, all’udienza del 25 febbraio scorso il processo si è concluso con la discussione delle parti. Il Tribunale di Castrovillari, condividendo le richieste della parte civile, ha riconosciuto V.F. colpevole del reato di truffa aggravata, condannandolo alla pena di anni 1 di reclusione e a € 600,00 di multa, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile da liquidarsi in separata sede, con attribuzione di una provvisionale immediatamente esecutiva, subordinando la sospensione condizionale della pena alla restituzione delle opere ovvero all’integrale pagamento del controvalore economico.
(comunicato stampa)