Sibaritide, emergenza agricola calabrese: Appello urgente produttori

Nuova protesta lungo la statale 106 jonica a Corigliano Rossano. L’invocato sostegno governativo per la sopravvivenza delle aziende – Presidio permanente lungo la Statale 106, all’altezza della zona Frasso dell’area urbana di Rossano, organizzato dai produttori agricoli locali, colpiti da una crisi economica senza precedenti. Le dichiarazioni dei partecipanti riflettono un quadro preoccupante, evidenziando i motivi dietro questa situazione critica che minaccia la sopravvivenza di numerose famiglie. I protagonisti sono principalmente produttori di agrumi, impegnati anche nel settore olivicolo e ortofrutticolo, che si trovano ora a fronteggiare una realtà economica insostenibile. Uno dei manifestanti ha spiegato che i costi di produzione, soprattutto per le clementine, oscillano tra i 30 e i 35 euro, mentre il prezzo di vendita proposto dai fornitori si aggira intorno ai 20 centesimi al chilo. Questa disparità mette a dura prova gli agricoltori, rendendo difficile persino il sostentamento delle loro famiglie.La situazione descritta è  “insostenibile”, con la necessità di pagare gli operai che diventa sempre più difficile. Alcuni agricoltori sottolineano che la priorità è garantire il salario degli operai stagionali, mentre la possibilità di guadagnare abbastanza da coprire i costi di produzione sembra un obiettivo irraggiungibile.

Tra le cause della crisi, emerge il ruolo della grande distribuzione. Gli agricoltori accusano il settore di non contribuire a risolvere la situazione, ma addirittura di peggiorarla, abbattendo i prezzi e comprando all’estero a prezzi minimi. Questo comportamento impedisce agli agricoltori locali di competere sul mercato, rendendo i loro prodotti non competitivi rispetto a quelli importati a costi più bassi. Rivolgendosi allo Stato, gli agricoltori chiedono un intervento urgente per sostenere il settore e preservare la sostenibilità economica delle aziende agricole. Si appellano al governo affinché fornisca aiuti economici, regolamenti più stringenti sulle importazioni a basso costo e un sostegno concreto alla produzione locale. Gli agricoltori sottolineano che la loro richiesta di aiuto non è solo per il loro benessere, ma per garantire la sicurezza alimentare del paese, evitando che il settore agricolo locale venga soffocato dalla concorrenza straniera a basso costo. Un imprenditore agricolo, coinvolto nella produzione di agrumi, ciliegie e prugne, attivo nelle zone di Corigliano e Acri con due aziende, sottolinea la gravità delle difficoltà che stanno affrontando. Un problema significativo è rappresentato dal costo elevato del gasolio agricolo, rendendo onerosa l’operatività quotidiana delle aziende. La crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime, come concimi e antiparassitari, rappresenta un ulteriore ostacolo che impedisce agli agricoltori di mantenere una redditività sostenibile.

Una questione critica sollevata dall’imprenditore è la riduzione del premio sugli agrumi da parte della Comunità Europea, una decisione che ha impatti significativi su tutti i produttori agricoli locali. Le importazioni incontrollate, alimentate da accordi bilaterali tra governi internazionali ed europei, si rivelano un altro colpo per il settore agricolo. L’imprenditore ammette candidamente che, nonostante l’apparente unità europea, l’Italia sembra aver tratto più svantaggi che benefici dall’appartenenza all’Unione Europea. L’agricoltura italiana, sottolinea l’imprenditore, prosperava in tempi passati, prima dell’adesione all’Unione Europea. La fiera bandiera europea, ora rappresentata dai francesi, sembra simboleggiare una realtà in cui l’Italia ha perso più di quanto abbia guadagnato. L’appello dell’imprenditore è chiaro: è giunto il momento di valutare seriamente se l’appartenenza all’Unione Europea sia veramente nell’interesse dell’Italia, in particolare di una regione come la Calabria, dove l’agricoltura rappresenta l’80% dell’economia. La protesta continuerà ad oltranza finché i governi non adotteranno misure efficaci a sostegno dei produttori agricoli. Avverte dell’abbondanza di agrumi sulle piante, in attesa di essere venduti, ma soffocati dall’importazione straniera, che oltre a minacciare l’economia, pone rischi alla salute dei consumatori con prodotti carichi di fitosanitari e potenzialmente cancerogeni.

 

 

 

 

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