Nello specifico i militari della Stazione Carabinieri di Corigliano Calabro Scalo unitamente ai colleghi della Stazione di Rosario Valanidi (RC) svolgevano nei mesi scorsi una minuziosa indagine volta a risalire agli autori di diversi episodi di spendita di banconote false avvenute nel mese di settembre 2017 a Reggio Calabria.
Tutto aveva inizio quando la donna, destinataria dell’odierna misura, dopo essersi recata a Reggio Calabria insieme al convivente, R.G., 32enne coriglianese, con diversi precedenti specifici, aveva acquistato della merce in diversi esercizi commerciali della zona pagando la stessa con denaro contraffatto, in alcuni casi riuscendo a spendere le banconote false, in altri non riuscendoci perché i titolari si accorgevano in tempo dell’alterazione del denaro.
I colpi venivano perpetrati fra il 9 e l’11 settembre scorsi nel reggino con la complicità, oltre che dei due conviventi, anche di una terza persona, identificata in M.F., 70 enne cosentino, ma residente a Corigliano Calabro.
Essenziali al fine della ricostruzione dei fatti le testimonianze fornite dagli esercenti truffati, nonché le immagine dei sistemi di videosorveglianza di diversi negozi che immortalavano la macchina con cui si muoveva la banda e da cui si riusciva a risalire alla targa. La stessa risultava essere stata noleggiata da una ditta di Taurianova, il cui titolare forniva le esatte generalità di chi l’aveva utilizzata nel periodo d’interesse.
Dopo aver estratto le immagini di videosorveglianza che riprendevano i componenti della banda, queste venivano minuziosamente esaminate dai militari della Stazione di Corigliano Calabro Scalo che individuavano, in poco tempo, tutti i personaggi che avevano seminato il panico fra i negozianti di Reggio Calabria. In particolare risultava che la materiale esecutrice della spendita del denaro falso fosse MIHAI Darisa Leontina, 27 enne rumena, ma residente e convivente da lungo tempo a Corigliano Calabro, nota alle FF.PP. per diversi precedenti specifici.
La tecnica messa in atto era sempre la stessa: la donna dopo aver girato all’interno dei negozi acquistava della merce e la pagava con banconote contraffate di ottima fattura. Nella maggior parte dei casi i commercianti cadevano nell’inganno e si accorgevano solo tempo dopo della falsità del denaro. La donna una volta conclusa l’operazione usciva dagli esercizi commerciali con la merce e il resto del denaro genuino fornito dai vari negozianti e si dirigeva verso la macchina dove l’attendevano i due uomini.
La misura degli arresti domiciliari eseguita nei confronti della donna viene giustificata dall’A.G. in quanto “ritenuta la più idonea per impedire di reiterare le sortite in varie parti d’Italia, funzionali, fra l’altro, alla messa in circolazione di banconote contraffatte”.
(comunicato stampa)