Sotto accusa Istituto di Vigilanza: Maxisequestro e misure cautelari per abusi e frodi

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Un’inchiesta shock scuote l’ambiente degli istituti di vigilanza: il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza e la Questura di Cosenza hanno svelato un grave scandalo che coinvolge un istituto di vigilanza operante a Cosenza, ora confluito in una società con sede ad Avellino. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, hanno portato alla luce un sistema di sfruttamento e frodi che ha colpito decine di lavoratori.

Il caso è emerso a seguito di un controllo amministrativo effettuato nel 2021. Le prove raccolte hanno rivelato una realtà agghiacciante: i lavoratori sono stati costretti ad accettare condizioni di lavoro inique, con proposte di accordi transattivi per accettare una frazione dei crediti per straordinari non pagati, ferie e altri emolumenti. Minacce di trasferimenti e ulteriori disagi hanno accentuato la pressione sui dipendenti.

Le indagini hanno inoltre scoperto che l’istituto non ha corrisposto regolarmente le retribuzioni dal 2016 al 2021, evadendo contributi per circa un milione e mezzo di euro. Inoltre, la società ha beneficiato indebitamente di circa 470.000 euro in sgravi contributivi. Le indagini hanno rivelato episodi di estorsione, caporalato e indebita percezione di finanziamenti pubblici.

In seguito a queste scoperte, il G.I.P. di Cosenza ha emesso un’ordinanza di misure cautelari interdittive nei confronti di tre rappresentanti legali delle società coinvolte. Due amministratori hanno ricevuto il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno, mentre il terzo ha subito il divieto temporaneo di assumere uffici direttivi. Inoltre, è stato sequestrato un profitto di 478.000 euro. Le indagini proseguono, puntando a scoprire l’entità completa delle irregolarità e a garantire giustizia per le vittime di questa disastrosa operazione.

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