LE ACCUSE All’uomo si contestava il reato previsto e punito dall’art. 612 bis, commi 1 n. 2, del codice penale perché non accettando la conclusione del rapporto sentimentale con la compagna, una 30enne rossanese, avrebbe messo in atto reiterate condotte moleste. Nello specifico, secondo la ricostruzione accusatoria, l’avrebbe contattata con insistenza sull’utenza mobile, con telefonate, messaggi nonché con un audio dal tono minaccioso inviato tramite Whatsapp, pretendendo che venisse ristabilito il rapporto sentimentale. Non solo. L’uomo avrebbe seguito i suoi spostamenti, pedinandola e appostandosi nei luoghi da lei frequentati, anche in orario notturno, ingiuriandola e minacciandola di morte, impugnando un cacciavite, nell’ipotesi in cui l’avesse incontrata in compagnia di un altro uomo. Questo il tenore delle minacce: “Appena ti vedo uscire con mio figlio insieme al tuo nuovo compagno …mi faccio 15 anni di galera”.
Sulla propria pagina Facebook il 40 aveva inoltre condiviso numerosi articoli riguardanti episodi di violenza sulle donne, mentre aveva inviato alla persona offesa un’immagine raffigurante una pistola corredata da frasi minacciose. L’intera situazione aveva causato nella 30enne un perdurante e grave stato di ansia e di paura generandole, altresì, un fondato timore per la propria incolumità e costringendola a cambiare stile di vita.
Per tali gravi condotte l’imputato veniva sottoposto agli arresti domiciliari.
IL PROCESSO Nel corso del processo sono stati sentiti, tra gli altri, alcuni agenti del Commissariato di P.S. di Corigliano Rossano nonché la parte offesa, che ha ripercorso le fasi del proprio rapporto sentimentale con l’imputato incrinatosi a causa della gelosia di quest’ultimo. La donna ha anche riferito dell’atteggiamento altalenante del 40enne nella relazione con lei e con il bambino, alternando momenti di serenità a vere e proprie sfuriate con minacce e aggressioni.
LA SENTENZA All’esito del procedimento, il Tribunale di Castrovillari ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’imputato. L’Avv. Maria Teresa Zagarese, difensore della parte civile, ha inteso rilasciare la seguente dichiarazione: «È indubbiamente un successo professionale quello raggiunto, ma il dato più importante è che Giustizia è stata fatta poiché episodi di questo genere devono essere sempre denunciati e i responsabili puniti» (Comunicato stampa).