Queste le dichiarazioni del Presidente della Commissione Statuto Maria Salimbeni in premessa alla seduta del 19 marzo scorso cui hanno preso parte il vice Presidente Isabella Monaco, i consiglieri Titti Scorza, Domenico Rotondo, Rocco Gammetta, Vincenzo Scarcello e Gennaro Scorza. Presenti anche il Segretario Generale Paolo Lo Moro, il Presidente del Consiglio Comunale Marinella Grillo e il prof. Sandro Amorosino del Comitato Scientifico.
All’esame della Commissione sono stati sottoposti il titolo IV (organizzazione amministrativa e personale contenuta negli artt. dal 26 al 33), il Titolo V (contabilità e patrimonio, artt. 34 al 38) e le disposizioni transitorie e finali contemplate nel titolo VI. E’ stato inoltre affrontato in maniera approfondita il nodo legato ai dirigenti a tempo determinato, come previsto dall’art. 110 secondo comma del Testo Unico degli Enti Locali, per cui è consentito prevedere una riserva statutaria; al termine del confronto la Commissione ha stabilito di avvalersi di tale riserva la cui regolamentazione è rimandata al regolamento di uffici e servizi. Continua il dialogo circa il decentramento amministrativo per convenire ad una soluzione condivisa.
“Mi fa piacere che il lavoro della Commissione attiri sovente l’attenzione dei media – ha concluso il Presidente Salimbeni – sintomo del fatto che il tema appassiona. Devo sottolineare, tuttavia, che spesso si registrano inesattezze e fallacie su quanto effettivamente sottoposto all’attenzione della commissione dettate, verosimilmente, da grave disattenzione da parte del contesto extra-istituzionale in cui esse maturano. Tengo a tranquillizzare circa il fatto che nelle bozze di articolato di cui oggi abbiamo discusso è ben presente il Documento Unico di Programmazione, su cui abbiamo le idee chiare, e che al fabbisogno del personale è stato doverosamente dedicato un articolato per il ruolo centrale assunto a seguito della c.d. legge Madia. Infine voglio confermare l’assenza della figura del Direttore Generale, per il semplice fatto che è previsto nelle città con popolazione superiore ai 100mila abitanti. A meno che con ci sia un boom demografico da qui a qualche mese è evidente che si parla di istituti che difficilmente potranno essere contemplati nel nostro Statuto. Dubito che chi si affanna a confondere le idee lo faccia solo per ritagliarsi piccoli spazi di visibilità, consiglio maggiore prudenza e attenzione alla ufficialità di quanto realmente è oggetto di discussione da parte della Commissione piuttosto che di quanto erroneamente trapela” (Comunicato stampa).