Statuto, distrazione di massa. “Inspiegabile arroganza»

Componenti l’Osservatorio

Statuto comunale: «Arma di distrazione di massa. Classica tecnica mediatica per distogliere l’attenzione dai temi centrali dell’amministrazione pubblica e dirottarla su questioni praticamente inutili, se è vero come è vero che sarà e dovrà essere la futura classe politica, eletta democraticamente dal popolo, a varare lo Statuto previo opportuno coinvolgimento della società civile». 

È la ferma e decisa presa di posizione dell’Osservatorio permanente sulla gestione e gli effetti della fusione presieduto da Vincenzo Figoli, all’indomani del sottoscritto protocollo siglato dall’ufficio del commissario del Comune di Corigliano Rossano in materia di Statuto comunale. Una questione per la quale l’Osservatorio aveva incassato e reso noto un valido contributo del  Prof. Luigino Sergio, esperto in Gestione degli Enti locali, membro tecnico dell’FCCN (Coordinamento Nazionale Fusione dei Comuni), componente di rilievo dell’Osservatorio.

«Nulla da fare, l’ufficio del commissario va avanti spedito senza dare ascolto a quanti si sono battuti per la fusione. Né si comprende il ruolo dei due ex sindaci nelle funzioni di componenti il comitato consultivo. Un comportamento che va annoverato nella più classica arroganza di chi ritiene di esercitare ruoli nella pubblica amministrazione nella consapevolezza di agire indisturbati. Che senso ha perseverare se da qui a pochi mesi gli elettori saranno chiamati alle urne per eleggere l’organo politico al quale spetterà il compito di mettere mano alla nuova carta costituzionale locale? Qualsivoglia provvedimento o decisione sarà assunta in questa fase, infatti, potrà essere spazzata via nel giro di pochi mesi dai futuri eletti, con inutile attuale dispendio di risorse umane ed economiche. Non v’è dubbio, dunque, che vi sia in atto una tendenziosa strategia protesa a spostare l’attenzione sullo Statuto al fine di sottrarsi alle responsabilità circa tutto ciò che non è stato fatto in chiave fusione». 

L’Osservatorio ha sottolineato, nei giorni scorsi, come nessuna novità vi fosse sui 2 milioni di euro previsti dalla legge Delrio, e constatava l’esistenza di ritardi attribuibili a intoppi burocratici. Rilevava come non  fosse  partita l’istruttoria affinché la Regione Calabria attivasse l’iter per l’erogazione del contributo una-tantum previsto dalla Legge regionale 24 novembre 2006, n. 15: Riordino territoriale e incentivazione delle forme associative di Comuni.  Oggi, invece, si registra un silenzio tombale sulla redazione dell’ormai imminente approvazione del bilancio di previsione, così come non si hanno risposte, se non in minima parte, sui pesanti disagi arrecati alla comunità nella gestione dell’ordinaria amministrazione (scuolabus, acqua, mensa scolastica, verde, strade colabrodo, assenza di videosorveglianza, decoro urbano, trasporto pubblico). Non ultimo viene da chiedersi quale sia stata l’utilità di investire 100mila euro destinati ai due dirigenti con scadenza naturale prevista per fine mandato commissariale? Una spesa che si spera possa trovare conforto in valide motivazioni. In tema di “urbanistica” è venuto meno il coinvolgimento dei tecnici del territorio per la variante al Piano strutturale associato; né si hanno notizie sul mancato avvio delle procedure inerenti alla realizzazione del depuratore consortile o sui ritardi della strada di Insiti. Altro mistero è il procedimento in atto di usucapione nell’area ricadente del Palazzetto di Insiti, verso cui si elevano ombre e sospetti.  

Chissà se, su tutti questi temi, arriveranno risposte nell’ambito della relazione di fine mandato.  

Sul piano politico non è stata attribuita una significativa valenza al progetto di fusione voluto dagli elettori, calpestando di fatto la volontà popolare. L’ufficio del commissario avrebbe potuto e dovuto convocare la conferenza dei sindaci (nella qualità di comune più grande dell’intera provincia di Cosenza) in materia di sanità, considerate le gravi emergenze del territorio, parimenti avrebbe dovuto assumere un ruolo centrale, e non periferico, nell’ambito territoriale ottimale (ATO 1) per quanto attiene la gestione dei rifiuti, in cui la città di Corigliano Rossano avrebbe potuto esercitare e far sentire il suo peso. E invece su tutto questo si glissa, mentre si parla di Statuto. L’auspicio è che gli elettori sappiano distinguere tra l’idea di fusione, i benefici, la bontà, e quanti si prodigano in atteggiamenti disfattisti.      

UFFICIO STAMPA OSSERVATORIO

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