Com’era facile prevedere si è tratta di una udienza tecnica quella che ieri, presso il tribunale di Castrovillari, ha visto l’avvio del processo contro l’ex sindaco di Corigliano, Pasqualina Straface, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, ed altre nove persone tra ex amministratori, ex funzionari comunali, attuali impiegati del comune e titolari di alcune imprese per lavori pubblici, accusati a vario titolo di reati commessi nel corso del periodo in cui la Straface era primo cittadino di Corigliano. Presenti ieri in aula alla il procuratore della Dda di Catanzaro Bombardieri, i componenti il collegio, De Franco (Presidente), Colitta, Miraglia, presenti alcuni tra gli imputati, tra cui la stessa Straface, presenti anche i difensori, Antonio Fusaro, Gianluca Serravalle, Antonio Pucci, Angelo Gencarelli e Giacinto D’urso per gli imputati e l’avv. Mario Elmo per la parte civile del Comune di Corigliano. Nel corso dell’udienza sono state sollevate una serie di eccezioni preliminari da parte della difesa degli imputati, ed il collegio, riservandosi di decidere, ha rinviato il processo all’udienza dell’8 maggio prossimo per l’escussione dei primi testi della procura, ovvero i redattori delle informative dei Carabinieri. Il tema conduttore di questo processo, manco a dirlo, è il rapporto tra Pasqualina Straface e la ‘ndrangheta, che per la magistratura calabrese ancora oggi pare non abbia un quadro ben definito, così a distanza di quasi sette anni dall’operazione Santa Tecla del luglio 2010, l’ex sindaco (all’epoca esponente del PdL) alla guida di una giunta di centodestra, torna a far parlare di sé. La Straface in una prima fase pure indagata venne prosciolta e la sua posizione archiviata, nell’ambito di una inchiesta più vasta che portò nel giugno del 2011 allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ma oggi la posizione dell’ex sindaco torna di stretta attualità giudiziaria, perché ieri è iniziato un processo nei suoi confronti, e non solo, a seguito delle indagini portate avanti nel recente passato dai magistrati antimafia , Luberto e Vertuccio, alla luce soprattutto della relazione fatta dai tre commissari antimafia che hanno guidato il comune per due anni da giugno 2011 a giugno 2013. In questa relazione i commissari Scialla, Tarsia e Buda si occuparono anche della controversa e spinosa questione delle ordinanze di somma urgenza, firmate dall’allora sindaco Straface a seguito degli eventi alluvionali.