La presidente dell’Associazione Musicale Marco Fiume denuncia l’insufficienza dei finanziamenti e il disinteresse per la qualità culturale, chiudendo un’importante tradizione dedicata al ricordo del giovane musicista
La scena culturale di Corigliano Rossano rischia di perdere un pezzo importante del cartellone estivo dalla decisione di Maria Giulia Sorrentino, presidente dell’Associazione Musicale Marco Fiume, di ritirarsi definitivamente dal festival di jazz che porta il nome di suo figlio, Marco Fiume. Attraverso un post sui social media, Sorrentino ha espresso il suo profondo disappunto nei confronti del contributo ricevuto e ha annunciato la conclusione dell’iniziativa che dal 2003 celebra la memoria del giovane scomparso. Marco Fiume, promettente musicista, perse la vita nel 2002 in un tragico incidente stradale a Los Angeles, città nella quale risiedeva. Per onorarne la memoria e perpetuare il suo amore per la musica, sua madre, Maria Giulia Sorrentino, fondò l’Associazione Musicale Marco Fiume e lanciò un festival di jazz che in questi anni è diventato un appuntamento prestigioso e atteso nel panorama musicale nazionale e internazionale.
Stop all’evento
Tuttavia, il sogno di Sorrentino sembra ora giungere al termine, come dimostrano le parole infuocate del post su Facebook pubblicato ieri in serata. «Arrivata stamattina la graduatoria… Da maggio ad oggi, questi sono i risultati… Non ho parole!», Scrive Sorrentino, manifestando la sua indignazione per i finanziamenti destinati. Nel messaggio, la presidente denuncia l’insufficienza delle risorse stanziate per il festival, sottolineando l’inadeguatezza dei fondi rispetto alla portata e alla qualità dell’evento. «Se pensano che un festival con musicisti di fama internazionale si possa finanziare con questi soldi, allora non ci siamo mai capiti e, addirittura, non abbiamo il punteggio pieno…» aggiunge, evidenziando un punteggio di finanziamento che, a suo avviso, non riflette il valore e l’importanza del festival». Sorrentino esprime anche un forte disappunto per il sistema di selezione e per la gestione dei finanziamenti, lamentando che le decisioni siano prese da chi, a suo avviso, non possiede una reale competenza musicale o culturale. «Scorrete la lista: ci sono associazioni che hanno avuto compensi per più di un evento, ma chi decide veramente? Chi ha competenze musicali/culturali tali da arrogarsi il diritto di uno scempio simile?» Scrive Sorrentino, concludendo con un appello al distacco definitivo dal festival: «Addio Corigliano Rossano qui, sicuramente, non ci vedremo più». La decisione di Maria Giulia Sorrentino non solo segna la fine di una tradizione culturale significativa, ma solleva interrogativi sul supporto e sulla valorizzazione delle iniziative culturali locali. Il festival di jazz Marco Fiume aveva infatti attirato l’attenzione di artisti di calibro internazionale e contribuito a promuovere Corigliano Rossano come un importante centro per la musica e la cultura. Ora, con il ritiro dell’Associazione Musicale Marco Fiume, resta da vedere quale sarà l’impatto su comunità e pubblico, e se nuovi sforzi verranno intrapresi per garantire la sostenibilità delle iniziative culturali nella regione. La conclusione del festival rappresenta una perdita non solo per gli amanti del jazz, ma per tutti coloro che hanno trovato in questa manifestazione un tributo toccante alla memoria di Marco Fiume e un’importante occasione di incontro e crescita culturale. In una vibrante email inviata ai responsabili comunali, Sorrentino esprime la sua indignazione per il punteggio di 50 e il finanziamento di soli 4000 euro ricevuti, ben lontano dai 26.150 euro richiesti. Sorrentino ha chiesto chiarimenti immediati sui criteri utilizzati per la valutazione, esigendo una spiegazione dettagliata su come sono stati assegnati i punteggi e chi ha preso le decisioni sottolineando come non sia stata data considerazione alla storicità, all’internazionalità, né alla qualità dell’evento. Il termine per rispondere, fissato alle 12 del 2 agosto 2024, ha ulteriormente esasperato Sorrentino, che denuncia il breve preavviso e il ritardo nella conclusione dell’esame delle domande, iniziato a maggio. «Come è possibile che solo ora si sia concluso l’esame delle domande?». Non è da escludere che la Sorrentino rifiuti anche i 4mila euro. La stoccata, tuttavia, è rivolta un po’ a tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni, eccezion fatta, afferma, «per l’amministrazione Longo, che ebbe modo di apprezzare non solo la validità del festival e il valore umano che rappresenta, ma era presente fisicamente in ogni occasione». Infine la Sorrentino afferma: «Dovrebbero rifiutare tutte le associazioni, in blocco!».
Chi era Marco Fiume: Il viaggio di un talento musicale
Marco Fiume, nato a Cosenza il 22 marzo 1972 e tragicamente scomparso a Santa Monica, California, il 21 marzo 2002, è stato un talentuoso chitarrista e appassionato di jazz e blues. Cresciuto a Rossano, sulla costa jonica calabrese, Fiume si trasferì a Bologna all’età di 10 anni, dove iniziò a suonare la chitarra e sviluppò una profonda passione per la musica. Scoprendo il jazz e il blues attraverso le registrazioni dei grandi maestri, Marco si distinse rapidamente nella scena musicale locale, suonando con gruppi come i Blues Bark e fondando i Soul Spoilers. Desideroso di ampliare la sua cultura musicale e migliorare le sue competenze, decise di trasferirsi negli Stati Uniti. Dopo un tour nelle città chiave del blues come St. Louis, New Orleans e Chicago, si stabilì a Los Angeles per perfezionare il suo talento alla fonte della musica che amava. In California, Fiume ebbe l’opportunità di suonare con alcuni dei migliori chitarristi della West Coast, consolidando la sua reputazione e il suo ruolo nella scena musicale. La sua vita e la sua carriera, purtroppo, vennero interrotte troppo presto, ma il suo impatto e la sua passione per la musica continuano a essere ricordati attraverso il festival dedicato alla sua memoria.
Una risposta
Salve a Tutti, io sono Melchiorre Ricci Vincenzo di Atri (Te), ideatore e direttore artistico del Festival Internazionale di Blues “Green Hills in Blues”. Ho interrotto la mia manifestazione già dal 2015 dopo aver constatato l’insensibilità della classe politica a recepire il messaggio e il valore di essa. Conosco da anni Maria Giulia e la sua grande passione nel portare avanti, nonostante le grosse difficoltà, la manifestazione in memoria del Figlio Marco. Ne abbiamo parlato tante volte della incoerenza e insensibilità della politica nel recepire tali messaggi e soprattutto l’importanza che l’evento rappresenta per i territori coinvolgendo non solo appassionati. Cosa dire di più a Maria Giulia che con immensi sacrifici ha portato avanti questo progetto in tutti questi anni? Detto da me, molto semplicemente è questo: E’ arrivato il momento di dire basta, soprattutto perchè il tutto non valegono gli impegni e i sacrifici per realizzare un evento che viene classificato alla stregua della sagra della marroca. Un abbraccio forte a Maria Giulia e soprattutto un bel ricordo di Marco eccellente Musicista e ragazzo di una onestà unica..