Esistono alcune esperienze che lasciano segni profondi e indelebili. Il viaggio dei pellegrini della diocesi di Rossano-Cariati in Terra Santa, svoltosi a settembre, è senza dubbio una di queste. Tra le parrocchie che hanno aderito al pellegrinaggio c’è stato anche un folto gruppo della “San Giovanni XXIII” guidata dal sacerdote Don Tonino Longobucco e dal vice Don Agostino Stasi.
A distanza di tempo, i sacerdoti e i parrocchiani della comunità di contrada San Francesco d’Assisi, di Corigliano scalo, si sono ritrovati per raccogliere le idee e per capire cosa questa particolare esperienza ha lasciato all’interno di ognuno. L’excursus tracciato è dei coniugi Nuccia e Salvatore Arnone che hanno voluto condividere un momento di Fede unico caratterizzato dai luoghi originari e cruciali della tradizione Cristiana. «Il pellegrinaggio in Terra Santa- si legge nella nota- ha rappresentato per noi un vero punto di svolta, uno spartiacque nel nostro modo di essere e di sentirci cristiani. Il Viaggio, per le condizioni in cui abbiamo maturato e definito la scelta di parteciparvi, rappresenta un vero e proprio evento, che porta con sé il segno della volontà del Signore di condurci a aderire a questa chiamata, ad accogliere questo dono prezioso. Abbiamo iniziato il nostro cammino e ciò che si è dischiuso davanti ai nostri occhi, ai nostri sensi, al nostro cuore, crediamo di non potere o sapere rendere, fino in fondo, con le nostre parole. Un cammino ascensionale, un crescendo di sensazioni tangibili, di segni concreti che richiedevano di essere letti alla luce di una fede, la nostra, seppure imperfetta e incompiuta. Eravamo in una Terra così geograficamente distante dalla nostra ma che, cristianamente e spiritualmente, ci apparteneva. Camminavamo su quelle strade, toccavamo quei sassi, respiravamo quell’aria, ci bagnavamo in quelle acque e osservavamo quei luoghi santi, che trasmettevano, in ogni loro più remoto e piccolo elemento, un significato sacro e profondo. il “Verbo”, Via, Verita’ e Vita, che ha cambiato la storia e che continua a farla! Nazareth, Cana, il Monte Tabor, il Lago di Tiberiade, Magdala, Gerico, Betlemme, Gerusalemme, Emmaus, questa la mappa dei luoghi all’interno dei quali altri spazi, di grande bellezza e spiritualità, si offrivano alla nostra meditazione, facendo da sfondo alla preghiera comunitaria e personale. La Storia di Gesù dipanata con estremo realismo, contestualizzata nei luoghi che avevamo immaginato attraverso la lettura delle Sacre Scritture e che ora potevamo “leggere”, essendoci! La storia di Maria, nella sua umile casa di Nazareth, là dove riceve l’annuncio e dove pronuncia parole semplici, sublimate nel suo “ECCOMI”! L’umile dimora che si trasforma, accostandosi con fede, soprattutto nei momenti di adorazione del Santissimo Sacramento, al suono di canti e musiche armoniose, in un luminoso e prezioso scrigno, che tocca le corde dell’anima, riempie il cuore e fa piangere di gioia. La Storia di Gesù- prosegue l’esposizione- abitata da noi al Monte Carmelo e alla Grotta di Elia. Il Mare di Galilea, nel luogo dove Gesù inizia il suo itinerario di evangelizzazione, scegliendo coloro che sarebbero divenuti i suoi Apostoli, gli annunciatori della Buona Novella. Sulle sponde del Lago di Tiberiade, ci è sembrato di visualizzarli, di ascoltarne le voci, di seguire i loro passi per entrare nelle loro Storie. La celebrazione nella Chiesa di Cana, alla vigilia del nostro 35° anniversario di nozze, diventa un’esperienza che è dono: rinnoviamo, accompagnati dal nostro Arcivescovo, insieme alle altre coppie del gruppo, la promessa matrimoniale. Esperienza carica di emozione che sperimentiamo visitando Qasr el Yahud, sulle rive del Fiume Giordano, luogo dove Gesù riceve il battesimo dalle mani di Giovanni il Battista. Qui rinnoviamo il rito del battesimo, mentre stride e sgomenta la presenza di soldati armati da una parte e dall’altra di questa striscia di acqua, zona di confine per la storia umana, ma, per noi cristiani, meravigliosa oasi di pace, uno dei luoghi più sacri, fonte di pura bellezza, elemento naturale di ispirazione, espressa nelle forme più alte dell’arte. Cammino ascensionale, che sale al Monte delle Beatitudini, giunge alla Basilica della Natività, attraversa Ain Karem, la Casa di Santa Elisabetta, dove Maria rivolge al cielo il suo “MAGNIFICAT”! Visitiamo altri luoghi di straordinaria bellezza. La Chiesa della Dormizione di Maria, la Chiesa di San Pietro in Gallicantu, con le vestigia della strada del I secolo, dove la tradizione colloca il passaggio di Gesù, volgendo il suo sguardo carico di compassione verso Pietro, mentre questi pronuncia la frase: “Non novi illum”, (Non lo conosco). Il Monte degli Ulivi, la Chiesa del Pater Noster e la Cappella del Dominus Flevit. Abbiamo qui vissuto altri momenti di intensa meditazione e ricordo dei fatti evangelici. Gerusalemme si impone allo sguardo con una forza evocatrice che, a tratti, pare stordirti! Ogni pietra di questa Città ha qualcosa da raccontare, tutto prepara alla visita di quel luogo che sprigiona un’energia che non si riesce a contenere. La Basilica del Santo Sepolcro! Rimani in ascolto di qualche cosa che ti scuote, resti solo in contemplazione di un luogo che si salda con la parte più profonda di te e si avverte, nonostante la presenza di tanti pellegrini, un grande senso di pace. Le Pietre che abbiamo toccato e venerato in tanti luoghi, l’ultima, quella del Santo Sepolcro, vera “reductio ad unum”, diventano per noi vere testate d’angolo, che ci inducono a una migliore e più consapevole relazione con Cristo, una conoscenza più profonda del Vangelo. Si torna a casa avvertendo di avere lasciato una parte di noi in Terra Santa! È un’esperienza che ci vincola a una maggiore responsabilità, un più consapevole impegno non solo nel rendere concreto e attuale nella nostra quotidianità il messaggio di Cristo ma di poterlo testimoniare anche al nostro prossimo. La Storia è qui- conclude il lungo pensiero-, è quella generata dal passaggio di Gesù, con il suo lessico, i suoi paradigmi, la Storia alla quale noi, che abbiamo intrapreso questo cammino, vogliamo, con l’aiuto del Signore, riferirci, affinché dalla Terra del Santo possa, per noi e per l’intera umanità, continuare a ri-sorgere il Sole».
Cristian Fiorentin