Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha promosso il progetto definitivo della S.S. 106: c’è chi fa salti di gioia e canta vittoria e chi, invece, pur non essendo pregiudizialmente contrario alla realizzazione dell’opera, paventa il massacro del territorio e contesta la mancanza di coraggio dei sindaci che si sarebbero presentati a Roma divisi e…con il cappello in mano. Il primo a festeggiare l’avvenuta promozione del progetto è stato il presidente Oliverio che, presente a Roma sia alla prima che alla seconda convocazione, si è speso per convincere i sindaci interessati a sottoscrivere il progetto anche per evitare il rischio della perdita del corposo finanziamento. «Oggi, dopo un anno di lavoro, di incontri e di discussioni, dopo un’azione forte e continua della Regione e dei sindaci su ANAS e sulle amministrazioni statali interessate, – si legge in una nota della Regione – con il parere favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si sblocca, di fatto, l’iter procedurale e quindi si fa prossima la realizzazione di un’opera strategica per la Calabria perché, dopo l’autostrada Salerno Reggio C. rappresenta la seconda porta di accesso al nostro territorio, favorendo così l’accessibilità della nostra Regione e congiungendo finalmente il corridoio Adriatico al corridoio Jonico e all’autostrada SA-RC, attraverso l’asse viario Sibari-Firmo». Secondo la stessa nota, l’investimento di un miliardo e 234 milioni rappresenta la più grande opera pubblica programmata oggi in Italia. «Si chiude così – si legge infine nella nota dettata dal presidente Oliverio – una telenovela durata oltre 10 anni e si determinano ricadute positive per lo sviluppo della Regione e per i territori interessati, con immediate e positive conseguenze anche per l’occupazione. Devo dare atto e ringraziare – ha concluso il Presidente Oliverio – il ministro Delrio per l’impegno costante profuso per portare a buon fine questa importante opera strategica per l’accessibilità e la crescita della Calabria». Non la pensa esattamente così né il Comitato dei cittadini che è si è detto pronto a presentare immediato Ricorso prima al Tar e poi alla Corte dei Conti e non la pensa così Raspa (rete associazioni per l’autotutela) che mette alla berlina i sindaci che si sarebbero presentati a Roma «genuflessi e pronti a svendere ufficialmente l’ultimo pezzetto di territorio in cambio di una strada». Secondo Raspa «c’è qualcuno di loro che l’inutile opera la vuole a tutti i costi e c’è invece chi, pur non volendo violentare in modo irreversibile il territorio, fa fatica a…uscire dal coro, mentre i cittadini non hanno voce in capitolo. Ma gli stessi cittadini che non hanno ben chiaro il disastro che ne verrà fuori perché nessuno dei sindaci, tranne uno, ha ritenuto opportuno mostrare loro il progetto… Il nostro benessere e quello del territorio – commentano quelli di Raspa – passano in secondo piano rispetto all’illusione di aver ottenuto qualcosa. E non importa – si legge infine nella nota di Raspa – se questo qualcosa provocherà danni incalcolabili e se il risultato che ne deriva è, di fatto, una patacca più che una medaglia».