Lungo la dorsale adriatica, a cavallo delle zone rivierasche del contesto brindisino-leccese è stato ideato uno dei CIS (Contratti Istituzionali di Sviluppo) fra i più interessanti d’Italia. Hanno concorso ben 22 Enti territoriali tra Comuni, Province ed Unioni di Comuni i quali hanno lavorato sinergicamente ad una serie di progetti riguardanti i settori turismo, cultura ed ambiente. Sono state presentate 97 iniziative per un valore complessivo di 636 milioni di euro. Di queste sono state ammesse a finanziamento 84 progettualità con la selezione di 37 progetti ad alta priorità per un valore di 184 milioni di euro. I primi 37 interventi saranno finanziati attraverso le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020. Gli altri 47 progetti, considerati di priorità media (dal valore complessivo di circa 360 milioni di euro), potranno usufruire di ulteriori finanziamenti che dovessero rendersi disponibili. Ancora una volta, quindi, sono stati premiati gli ambiti che hanno dimostrato di avere capacità nell’offrire una visione di territorio coeso e competitivo. Il tutto a superamento del semplicistico concetto di steccato legato a dinamiche amministrative, ormai, superate dal tempo e dai fatti.
In Calabria, invece, le aspirazioni dei nostri Amministratori e delle nostre Classi dirigenti si sono concentrate sull’operazione “Svelare Bellezza”, slogan con cui è stata aperta la gara per i CIS. Per un valore complessivo di poco inferiore ai 7 miliardi di euro, a fine ’21 sono state presentate 1180 schede progettuali. Dopo una prima scrematura di circa un quarto delle schede da parte degli uffici regionali, 890 schede sono state sottoposte al vaglio dell’Agenzia nazionale per la Coesione territoriale. In prima battuta, quindi, la regione Calabria ha eliminato 290 schede progettuali per un controvalore di 3 miliardi e 250 milioni. Una sforbiciata, per il momento, senz’appello. Nel mese di giugno 2022 è stata pubblicata la prima graduatoria con 110 schede progettuali a priorità alta finanziate per un importo pari a 226 milioni di euro. Le rimanenti 780 schede progettuali non ammesse e, quindi, non finanziate, sono state classificate a priorità media (318) e a priorità bassa (462). Alla fine, per com’era prevedibile, il tutto si è palesato come una parata in quel di Tropea dove sono stati concessi come contentino random, dal sapore squisitamente elettoralistico, una serie di interventi di piccolo cabotaggio sparsi dallo Stretto al Pollino. Non è rimasta un’impronta significativa sui territori. Non è stato messo in evidenza alcun marcatore identitario. Non è stato specificato quale sia stato il criterio di prelazione nella scelta dei progetti ritenuti ad alta priorità. È stato distribuito il su citato importo, ma senza registrare finanziamenti progettuali di particolar pregio e soprattutto capaci di invertire la rotta per una Regione che poco collima con le richieste europee della coesione territoriale nelle pianificazioni a carattere rigenerativo e trasformativo.
Per questo ritengo che la regione Calabria e, indirettamente, l’Agenzia nazionale per la Coesione Territoriale dovrebbero valutare e condividere con i territori, l’opportunità e la possibilità di utilizzare quelle schede progettuali non ritenute ad alta priorità. E, poiché queste sarebbero tutte da portare ad una fase di progettazione definitiva o esecutiva per addivenire ad una progettazione territoriale integrata, di finanziarle con il Fondo di Sviluppo e Coesione o con le risorse rinvenienti dalla programmazione 2014/2020. Quanto descritto sarebbe bene attuarlo prima che dette risorse vengano rispedite al mittente.In quello che ormai è il territorio dell’Arco Jonico, sugellato nel nuovo collegio elettorale Co-Ro-Kr, tali schede andrebbero utilizzate per finanziare una progettualità dall’alto valore simbolico. Un’idea progetto tenuta insieme dall’archeologia, dalla cultura, dall’ambiente e dal turismo, il cui slogan, claim per i più sofisticati, avrei pensato potrebbe essere: “Kroton e Sybaris, era ora!”
Il tutto senza inventarmi nulla e utilizzando una metodologia in uso presso altre Regioni a noi limitrofe. A tal riguardo, l’esempio più chiaro, ma anche più intrigante, quello del Progetto Magna Grecia approvato, nelle scorse settimane, dalla giunta regionale della Lucania. Un progetto integrato che mette a sistema le risorse del Metapontino incentrate su storia, archeologia e ambiente, e che stimola, nello stesso tempo, una forte identità territoriale. Otto i comuni coinvolti, tredici gli interventi programmati. Circa 5 milioni di euro finanziati con risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione. Nelle azioni previste dal progetto spiccano, in ordine sparso, campagne di scavi per i siti archeologici, costruzioni di ciclovie, reti di ippovia, acquisizione delle certificazioni ambientali. Ed ancora, segnaletica per la sentieristica, un intervento sulle Tavole Palatine, un sistema informativo territoriale per la fruizione del patrimonio culturale e la rifunzionalizzazione dei siti archeologici. Questa, nel caso di specie, la strada indicataci dal territorio Metapontino. Questa la strada da percorrere per i territori dell’Arco Jonico. Con una sola ed unica raccomandazione: quella di non perdere tempo e di non disperdersi in machiavellismi e campanilismi dal rancido sapore localistico di cui la nostra storia è piena. Piuttosto per concentrarci a cambiare il paradigma di una terra, straordinariamente, normale nel suo fascino e nella sua sobrietà. Abitata da Popoli normalmente inusitati nelle loro fragilità e nelle loro debolezze. Nulla di più. Nulla di meno.
Domenico Mazza – indipendente
Candidato Collegio camerale uninominale CO-RO-KR per la federazione Azione-Italia Viva.