Dalla critica alla forza alla sfida dell’omertà sociale: il professore e Consigliere Comunale a Caloveto invita a un cambiamento culturale nella percezione della giustizia – Presentato a Corigliano Rossano il nuovo libro del Prof. Tommaso Greco dal titolo “Curare il Mondo con Simone Weill”. All’evento hanno partecipato Mimmo Pugliese del Lions Rossano-Sybaris, Don Giuseppe Straface, vicario dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, Maria Salimbeni, vicesindaco di Corigliano Rossano, Donatella Novellis, archeologa, e Salvatore Martino, direttore degli studi Vittorio Bachelet. A coordinare i lavori, Achiropita Morello e Giuseppe De Rosis. Il Prof. Tommaso Greco, docente presso l’Università di Pisa e originario di Caloveto, riveste anche il ruolo di Consigliere comunale nella sua città natale. Un uomo che incarna appieno lo spirito e la vitalità della sua terra, dimostrando che è possibile fare carriera senza perdere le radici e l’identità.
Simone Weill, attraverso la sua testimonianza, ha offerto una prospettiva controcorrente, criticando l’idea che il mondo debba seguire una legge di forza e gravità che sembra trascinare tutto verso il basso. Il messaggio attuale che emerge dalla testimonianza di Simone Weill è di straordinaria rilevanza per la società civile. Il Prof. Greco ha evidenziato la necessità di affrontare i temi della vita sociale e del lavoro, rifiutando l’idea che la forza debba essere l’unica risposta ai mali del mondo. Simone Weill ha esposto idee controverse, ma preziose, che invitano alla riflessione sulla condizione umana, criticando la concezione che il mondo debba inevitabilmente seguire una direzione determinata dalla legge di forza. Nella testimonianza di Simone Weill emerge una figura mite in un contesto di individui forti. La sua testimonianza rappresenta un invito a rivalutare la forza della mitezza come strumento di cambiamento e miglioramento sociale. Il richiamo a Simone Weill e alla verità rappresentano un punto significativo della sua filosofia e testimonianza di vita. La sua affermazione che la verità è sempre scomoda e modellata riflette il suo impegno incrollabile nel cercare la verità, anche quando ciò comportava scontrarsi con le convinzioni dei suoi compagni di battaglia.
Poi il tema dell’omertà presente nel tessuto sociale e come si preferisca tacere su determinati argomenti o realtà scomode. Da questo punto di vista, il prof. Greco suggerisce una riflessione critica sulla necessità di affrontare la verità, anche quando ciò può risultare difficile o impopolare. Il suggerimento implicito di Simone Weill è quello di non avere paura di dire la verità, anche quando è scomoda o impopolare. Invita a assumersi la responsabilità delle proprie parole e delle conseguenze che ne derivano. La sua figura, nonostante sia stata scomoda per molti, ha incarnato un amore profondo per la verità e la giustizia, offrendo un esempio di coraggio intellettuale e morale nel perseguire la verità, indipendentemente dalle circostanze. L’autore sottolinea che, in un contesto sociale come quello rivoluzionario, molte persone riflettono attentamente prima di esporre idee o opinioni, considerando le potenziali conseguenze. Greco approfondisce il concetto di vera e falsa grandezza, evidenziando la presenza di umiltà e paura nel tessuto sociale. La paura, in particolare, gioca un ruolo significativo nel richiedere protezione e riflettere attentamente prima di esprimere certe opinioni. La proposta di Greco è di ritirarsi dalla lode della falsa grandezza, spesso basata sulla forza e sulla violenza. Invita a una revisione critica della percezione sociale, affinché il consenso e l’ammirazione siano attribuiti a individui meritevoli. In
questo modo, suggerisce che la civiltà omertosa potrebbe perdere terreno, dando spazio a una società più giusta e consapevole.
Infine, l’appello di Tommaso Greco ai magistrati sottolinea l’importanza di una giustizia umana, capace di guardare negli occhi gli individui e di comprenderne realmente le necessità. Greco evidenzia che, sebbene la benda della giustizia sia un simbolo significativo che rappresenta l’imparzialità e la neutralità, essa può talvolta portare a decisioni meccaniche e formalistiche. Invita i magistrati a considerare la realtà sulla quale stanno giudicando, a guardare oltre la semplice applicazione formale delle regole.