A Mirto, nei giorni scorsi, una tragedia ha scosso la comunità quando un pitbull feroce ha attaccato una donna, portando alla morte del suo cucciolo amato. Le testimonianze drammatiche della vittima rivelano l’orrore di quell’aggressione, mentre la comunità si interroga sulla sicurezza pubblica e sulla gestione responsabile degli animali al fine di evitare futuri incidenti simili. La vittima, profondamente scossa, ha rilasciato dichiarazioni sconvolgenti, narrando con angoscia l’orrore dell’incidente. «Ha afferrato il mio piccolo con ferocia, e lui ha inflitto la sua fine. Improvvisamente si è voltato prendendomi dietro la spalla», racconta la donna con voce traballante. Le parole della vittima dipingono un quadro angosciante: la donna ha riportato una grande ferita sulla spalla. Ha denunciato tutto ai Carabinieri. «È successo in un attimo, racconta proprietaria del cagnolino, ha afferrato il braccio del mio piccolo cane con una ferocia inaudita. Ho cercato di fermarlo, ma è stato veloce. Ha gettato il mio cane a terra, l’ha preso e se n’è andato. Ha strappato via un pezzo di me». La comunità di Mirto è rimasta sgomenta di fronte a questa tragedia, evidenziando la necessità di affrontare il problema dei cani potenzialmente pericolosi e di rafforzare le misure di sicurezza per evitare incidenti simili in futuro. L’indagine dei Carabinieri è in corso, mentre la vittima cerca giustizia per la perdita del suo amato cagnolino. Ma non è il solo caso.
Un anno fa l’aggressione mortale di un Pitbull
«Circa un anno fa mentre passeggiavo con il mio cagnolino di circa 6 kg, ho vissuto un terribile evento che ancora mi perseguita. Mi sono trovato faccia a faccia con un enorme cane da circa 40 kg. Non essendo in grado di distinguere le razze canine, posso solo ipotizzare che si trattasse di un pitbull, ma la mia preoccupazione principale era la sua aggressività. Il mio cagnolino, un pinscher, era tra le mie mani quando il cane più grande si è avvicinato. In un attimo, ha puntato il mio piccolo compagno e me l’ha strappato dalle mani. Ha colpito il fianco del cane, causandogli una ferita profonda e strappandogli via addirittura un pezzo di carne, come mi ha successivamente riferito il veterinario. Dopo averlo portato dal veterinario e averlo fatto cucire, racconta il proprietario del cane ucciso, il giorno successivo, il mio adorato cane è morto dissanguato. La tragedia si è consumata perché non gli hanno effettuato una trasfusione, un dettaglio che avrebbe potuto salvarlo. Questa mancanza di intervento è stata un duro colpo per me e il mio compagno a quattro zampe». La testimonianza dell’uomo va ben oltre: «Conoscevo il cane aggressivo perché ne avevo avuto esperienza diretta con il proprietario. Avevo notato che il cane viveva in un recinto di soli 20 metri quadrati, senza collare o guinzaglio. La situazione era già preoccupante, visto che lo vedevo spesso da solo, senza alcuna supervisione. Le persone del quartiere mi hanno raccontato che il cane scappava periodicamente dal cancello, creando panico tra coloro che si trovavano nelle vicinanze. Ho anche appreso che il cane era stato visto con una femmina e nove cuccioli, rendendo la situazione ancor più problematica. Questo cane, dal comportamento chiaramente aggressivo, non solo ha distrutto la vita del mio piccolo compagno, ma rappresenta anche un pericolo per la comunità. La sua presenza instabile nel recinto, la mancanza di controlli adeguati e le fughe frequenti sono elementi che richiedono una riflessione seria sulla gestione responsabile dei cani per prevenire tragedie simili in futuro. La mia speranza è che la mia testimonianza possa sensibilizzare sulla necessità di un maggiore controllo e responsabilità nella gestione di animali potenzialmente pericolosi».