Sull’annoso e avvilente caso del 3° megalotto della S.S. 106, ad esempio, chi si prenderà la briga di proporre un percorso diverso, che non baratti la fumosa promessa di qualche posto di lavoro in più con la necessità di un cantiere mostruoso che comprometterà irrimediabilmente e forse per sempre le peculiarità del nostro territorio? Ci sarà qualcuno che spariglierà l’ordine delle carte evocando, magari, il fatto che l’Istituto Superiore di Sanità ha individuato a Cassano allo Ionio e a Cerchiara due delle tre aree calabresi contaminate oltre ogni limite di legge da inquinamento industriale? Si dirà che in queste zone, definite S.I.N. (siti di interesse nazionale per le bonifiche), è stato accertato che il rischio di contrarre tumori, malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e renali è notevolmente più alto rispetto al resto d’Italia? E si aggiungerà che la situazione di Cassano e Cerchiara è grave tanto quanto quella della Val Basento, di Taranto, di Gela, di Porto Torres, del Sulcis, oltre che di Crotone? Forse, più realisticamente, si preferirà parlare di bandiere blu? Ma quelle di Villapiana, Trebisacce e Roseto Capo Spulico non somigliano piuttosto a toppe blu? Ovviamente, tutti si diranno favorevoli alla necessità di sostituire le fonti fossili (gas e petrolio) con l’energia rinnovabile, rispolverando vecchie battaglie no triv sposate con superficialità per una stagione o due.
D’altro canto, un simile quadro a-politico non risponde perfettamente alle esigenze di un comprensorio che, fatte le debite e limitatissime eccezioni, non chiede di meglio? E allora la risposta a tutte queste domande è che noi cittadini dell’Alto Ionio avremo ciò che ci meritiamo: nella migliore delle ipotesi, dopo aver ottenuto qualche contratto bimestrale, torneremo alle medesime condizioni di miseria e di ricattabilità in cui versiamo adesso, liquidati frettolosamente e per l’ennesima volta dalle stesse persone che avremo eletto e, così, continueremo a farci dire ciò che saremo, a non crescere, a non contare niente (Comunicato stampa).