Il testo integrale della lettera inviata dal Gruppo d’Azione per la Verità sul Tribunale di Rossano al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella:
E’ con immutati sentimenti di speranza che torniamo a chiedere la Sua attenzione verso una problematica che sembra raccogliere solo indifferenza e insensibilità da parte di chi invece è chiamato, dopo aver giurato sulla Costituzione, a spendere il proprio tempo per rispondere e soddisfare i bisogni del cittadino.
Con il rischio di apparire noiosi e ripetitivi agli occhi di quei funzionari abituati a cestinare forse con troppa fretta e noncuranza le tante istanze che, ci rendiamo conto, giungono da un Paese martoriato e portato allo stremo, minato nei suoi valori cardine, torniamo con ostinata determinazione a chiederLe un incontro per sottoporLe la problematica relativa alla chiusura del Tribunale di Rossano.
Ci auguriamo che almeno questa terza missiva riesca a giungere alla Sua attenzione, dopo che il primo carteggio si è arenato nelle maglie della burocrazia degli uffici del Quirinale, che per carità, da cittadini rispettosi delle leggi accettiamo, ma nella misura in cui, appunto, si avverte un rispetto reciproco delle parti.
Nella nostra prima lettera Le abbiamo trasmesso, supportati da incontrovertibili prove normative e di diritto, le motivazioni per cui è da ritenersi illegittima la decisione di accorpare il Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari, in quanto essa non solo non rispecchia le finalità contenute nel DL 138/11, ma va contro ogni ragionevole logica. Abbiamo ricevuto una cortese risposta dal Suo responsabile dell’Ufficio per gli Affari dell’amministrazione della Giustizia, Cons. Ernesto Lupo, che ringraziamo per l’attenzione, ma che ha aumentato e resa ancora più profonda la nostra amarezza.
Nella lettera veniamo informati che la problematica da noi rappresentata sarà girata al competente Ministero della Giustizia, poiché “pur nella migliore comprensione del disagio che deriva alla popolazione dalla riforma della geografia giudiziaria, ogni determinazione sulla eventuale correzione delle previsioni del D.lvo 155/2012 è rimessa al Governo”.
Una notizia che è risuonata come beffa!
Non solo ai nostri occhi, ma anche a quelli dell’intero territorio della sibaritide afferente alla competenza dell’ex Tribunale di Rossano.
Appare una beffa che il nostro appello ritorni nelle mani di chi ha creato il disagio e, a nostro parere, ha commesso un atto ingiusto che tradisce la Costituzione, la volontà del popolo espressa attraverso il Parlamento (Le rammentiamo che le Commissioni giustizia della Camera e del Senato avevano espresso parere negativo sulla chiusura del Tribunale di Rossano), le indicazioni della Commissione Europea e il semplice senso della realtà, della obiettività e della responsabilità.
Perché all’epoca dei fatti e, ancora oggi, unanime è la voce che Rossano andava salvato!
Unico Tribunale soppresso in Calabria e nessuno, ancora, chiarisce quali siano state le ragioni di tale scellerata decisione, nonostante le dichiarazioni pubbliche che per la sua chiusura si parli di ”carte false”.
Tutte le rimostranze sono state raccolte in due dossier che sono stati inviati in data 30.05.2016 al Csm, (alla I e VII commissione) dopo che una rappresentanza delle istituzioni del territorio, dei cittadini e del Gruppo di Azione per la verità sul Tribunale di Rossano, è stata ricevuta personalmente lo scorso 17 marzo dal Vice Presidente Giovanni Legnini, a seguito del sit-in attuato sotto la sede di Piazza Indipendenza.
In quelle pagine sono stati documentati da un verso tutti i disagi e i nefasti risultati della riforma, che tranquillamente si può affermare ha prodotto il negato accesso alla giustizia; dall’altro si chiede di conoscere l’esito delle numerose denunce prodotte circa l’iter seguito per l’accorpamento, poiché a distanza di anni, si ribadisce, ancora nessuna risposta è giunta.
Ed è proprio questo silenzio che infiamma il nostro animo di cittadini e lavoratori onesti, perché la storia di questo Paese ci insegna che sono proprio i silenzi a celare le ingiustizie più profonde, sono i silenzi che diventano comodi complici di verità da occultare.
Chiediamo solo di essere ascoltati e di conoscere soprattutto la verità.
Non ci interessano passerelle, luci della ribalta e palchi per politici, ma solo verità e giustizia.
Le nostre speranze sono affidate all’idea, forse ingenuamente nutrita, che in Italia è ancora possibile far rispettare le leggi.
Ci aggrappiamo con tenacia a “quello spirito costruttivo” che per come ci spiega il Consigliere Lupo, starebbe ispirando il Ministro della Giustizia nell’affrontare il completamento della riforma.
Un completamento che si basa anche sui dati emergenti dal monitoraggio degli effetti della revisione “nell’intento primario di recuperare quella funzionalità del sistema giustizia che i cittadini attendono”!
Quella “funzionalità” che per tutto il circondario ricadente nell’ex Tribunale di Rossano è venuta meno.
Oggi, Illustre Presidente, possiamo parlare solo di denegata giustizia, considerate le inimmaginabili difficoltà per chi deve accedere alla domanda e non ha a disposizione nemmeno i mezzi di trasporto pubblico per raggiungere il Tribunale accorpante!
La drammatica situazione di crisi che ha prodotto la chiusura del Tribunale di Rossano per molti giovani professionisti costretti a cambiare attività per gli elevati costi aggiuntivi e le numerose attività commerciali adiacenti il Tribunale di Rossano che hanno dovuto chiudere per mancanza di indotto, sono solo la minima parte degli effetti nefasti che questa manovra ha prodotto.
Le enormi disfunzioni e inefficienze persistenti nel Tribunale accorpante sono state più volte denunciate.
E i dati dell’accorpamento del Tribunale di Rossano sono chiari e incontrovertibili! Purtroppo, però, nessuno ascolta i veri bisogni della gente.
Quindi, rinnovando i sentimenti di rispetto che ancora nutriamo verso le Istituzioni e speranzosi del ruolo a Lei affidato di garante della Costituzione, ribadiamo l’invito a prestare attenzione ad una situazione che ha ormai assunto la connotazione di una “ingiustizia di Stato” e chiediamo, attraverso la Sua figura, che le nostre ragioni siano giustamente rappresentate al cospetto di un Governo, ad oggi, totalmente indifferente alle istanze di un intero territorio.
E nel caso in cui, ancora una volta dal Colle del Quirinale giungeranno al nostro appello solo istituzionali silenzi, siamo pronti a riproporre il nostro civile e fermo dissenso con una manifestazione pacifica dinanzi alla Presidenza della Repubblica, come già avvenuto lo scorso marzo per il sit-in davanti al Csm.
Non volendo rubarLe ulteriore tempo, consci che il nostro paese è stretto tra mille necessità, La salutiamo riproponendole il messaggio di commiato che concludeva la nostra prima lettera, (di cui alleghiamo copia): “Confidando nella Sua sensibilità di uomo di legge e Capo dello Stato Italiano, attendiamo speranzosi un Suo riscontro al nostro accorato appello, consapevoli che un Suo silenzio rappresenterebbe per noi la definiva e devastante conferma che lo Stato Italiano abbandona i suoi figli e non ne garantisce i diritti”.
LEGGI ANCHE: