A Rossano si tiene l’iniziativa nazionale dalla quale ha origine l’incontro con il Ministro Bonafede ma nessun componente locale civico farà parte della delegazione. La testata giornalistica Informazione&Comunicazione, soggetto organizzatore: “Esclusione moralmente ingiusta”
Per il Direttore della testata giornalistica I&C Matteo Lauria, che ha introdotto e coordinato i lavori, è stato raggiunto un obiettivo significativo, soprattutto se si pensa che fino alla data del 23 febbraio scorso il Guardasigilli si era sempre sottratto al confronto con il Coordinamento. «La notizia importante – continua Lauria – è che proprio nella città di Corigliano Rossano sia maturata l’iniziativa del Ministro. Spiace tuttavia dover constatare come nessuna rappresentanza civica (facente parte il Coordinamento nazionale) della città di Corigliano Rossano (per dimensioni demografiche la più grande dei 30 soppressi) sia stata inclusa nella delegazione che incontrerà il Ministro. Una decisione che seppure formalmente appare comprensibile, sul piano morale è decisamente ingiusta. I rappresentanti locali del coordinamento nazionale, la stessa testata giornalistica I&C, il Gruppo d’Azione per la Verità sul tribunale di Rossano, unitamente ad altre rappresentanze civiche, sono anni che si battono affinché venga fatta giustizia sul “caso Rossano”. L’organizzazione dell’evento del 23 febbraio scorso ha richiesto un dispendio di energie enorme sotto tutti punti di vista, così come le due manifestazioni di protesta organizzate a Roma; i dossier depositati alle più alte cariche dello Stato e consegnati, su sua richiesta, all’On. Elisa Scutellà; le riunioni e gli innumerevoli incontri organizzati nel territorio. Tutta una serie di interventi protesi a sensibilizzare lo Stato e i cittadini su una questione che ha lasciato un senso di ingiustizia e di diffidenza nei confronti delle istituzioni enorme. E ora che finalmente vi era la possibilità di incontrare il Ministro, questo pezzo di movimentismo civico rimane fuori!».
Il Direttore di I&C, che ha già dato le dimissioni dal GAV nei mesi scorsi per le mancate risposte dello Stato in materia di accertamento della verità, per il senso di rassegnazione diffusa nell’opinione pubblica, per la scarsa attenzione e mancata indignazione dei cittadini alla problematica, conclude: «Quando si assiste a queste forme di ulteriore mortificazione, escludendo chi opera attivamente da anni per una battaglia di civiltà, di democrazia, di legalità e di coscienza, mi convinco sempre di più che non vale la pena spendersi per ideali e valori calpestati proprio da chi è chiamato ad attuarli. Quale atto simbolico, se non altro per gli sforzi profusi, una delegazione civica di Corigliano Rossano pur presente all’interno del Coordinamento nazionale meritava di essere presente. Eppure, nonostante la grave esclusione, di cui chi di dovere è consapevole, nessuno muove un dito. Comportamenti che tolgono energia e voglia di fare in un popolo che già di per se è colpito dalla rassegnazione».
UFFICIO STAMPA