I FATTI Nei confronti degli imputati era stata emessa misura cautelare, in carcere e agli arresti domiciliari, con l’accusa di associazione a delinquere. Si contestava loro di essersi associati al fine di commettere una serie di truffe ai danni di vari istituti bancari dai quali, secondo l’impianto accusatorio, si sarebbero fatti ingannevolmente rilasciare carnet di assegni che successivamente avrebbero messo in circolazione acquisendo beni di notevole valore, i quali risultavano poi non pagati per scopertura dei titoli.
IL PROCESSO Il procedimento, nel corso del quale sono state assunte anche le dichiarazioni della collaboratrice di giustizia Maria Vallonearanci, si era inoltre esteso al 41enne M.S. e al 43enne M.C., accusati di aver usato violenza e minaccia nei confronti della teste al fine di indurla a ritrattare il contenuto delle dichiarazioni rese all’Autorità Giudiziaria. Anche tali ipotesi di reato, originariamente ritenute aggravate in quanto commesse da soggetti sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, sono state ritenute estinte nella sentenza emessa dal Tribunale.
(fonte: comunicato stampa)