Con la stagione estiva in via di chiusura si avvicina il tempo dei bilanci. Bilanci che Confesercenti non esita a fare anche in negativo a prescindere dai presunti dati positivi rilanciati da più voci in questi ultimi giorni sul turismo. “Preferiamo – ha sottolineato Confesercenti – aspettare quelli delle statistiche ufficiali. Va comunque evidenziato che complessivamente la Calabria presenta ancora un saldo negativo, perlomeno rispetto ai tempi pre-crisi, con un netto calo delle presenze interne e un leggero aumento della quota estera.
Al di là delle singole responsabilità imprenditoriali (poca professionalità, scarsa cultura dell’accoglienza, prezzi poco competitivi) – chiarisce la nota – sono da rilevare anche altre criticità: assenza di collegamenti efficienti, qualità del territorio e delle acqua discutibile, azioni di marketing fallimentari, basso livello di internazionalizzazione, mancanza di una programmazione efficace e la lista potrebbe continuare.
Neanche la recente riapertura post restyling del Museo Archeologico Nazionale a Reggio Calabria, che ha visto lunghe file e presenze giornaliere fino a punte di oltre 6000 ingressi, è servita da traino in termini di turisti residenti”.
“La concentrazione di eccellenze in campo storico, archeologico, culturale, religioso, enogastronomico – sottolinea Confesercenti – potrebbero caratterizzare la nostra regione come una meta potenzialmente completa e competitiva ma i dati di arrivi e di presenze non corrispondono a tali potenzialità.
Questa consapevolezza richiederebbe l’obbligo di far conoscere sempre più fuori regione i nostri tesori. Una promozione studiata ed adeguata per attirare sul territorio chi in Calabria non abita. Per portarlo nelle strutture ricettive e della ristorazione locali in modo sempre più frequente e mantenerlo per il maggior tempo possibile, fidelizzandolo negli anni”.
Servono, secondo il presidente Marcianò, interventi certi, robusti e tempestivi per diventare competitivi e rappresentare una destinazione più ambita a livello turistico.
“Il turismo – scrive Antonino Marcianò – può essere davvero il volano per permettere al territorio di uscire dalla crisi ma è necessario puntare sulla qualità. Il che significa qualità degli alberghi, delle infrastrutture, delle città, dei piccoli borghi, ma anche delle persone. I flussi turistici che caratterizzano la domanda turistica di questi ultimi anni, seguono la tendenza che trova espressione in poche ed esaurienti parole: turismo di qualità a basso prezzo.
Questione importante ed evidentemente poco ascoltata è quella di far fronte alla domanda dei tour operator, agenti di viaggio ed altri soggetti che controllano i flussi turistici che chiedono sempre più una razionalizzazione dell’offerta turistica locale con il contenimento dei prezzi dei servizi, anche perché la crisi ha portato un conseguente calo del potere d’acquisto delle famiglie che sempre meno riescono a farcela con il budget disponibile
Sul fronte dell’offerta occorre poi prendere atto che le mete della vacanza e i prodotti turistici in genere, sono sempre più sostituibili e intercambiabili. In altre parole oggi i prodotti turistici vanno concepiti, progettati, costruiti e venduti.
Solo, infatti, attraverso un’azione sinergica di posizionamento con una specifica “product idea” e puntuali azioni di marketing è possibile stimolare i flussi turistici verso tutto il territorio regionale.
Questo significa consapevolezza, conoscenza e professionalità sia a livello di impresa ma soprattutto a livello delle istituzioni di supporto.
Ci rendiamo conto che la strada da percorrere è lunga e non priva di difficoltà ma siamo convinti che il tempo delle chiacchiere sia ormai finito e superato, adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, tutti, e darsi da fare.
Anche noi vogliamo contribuire e ci rendiamo disponibili, fin da subito, ad avviare incontri operativi con le imprese e le istituzioni più recettive e dinamiche per presentare le nostre proposte e passare dalle parole ai fatti anche perché per altro non c’è più tempo”.
(fonte: strill.it)