Il commercio ambulante torna a chiedere attenzione. Dopo anni di silenzio politico e crisi economica, i rappresentanti del settore avanzano due richieste precise: l’introduzione di un canone unico nazionale in sostituzione delle attuali imposte e il riconoscimento del lavoro usurante per gli ambulanti. A rivendicare i due punti sostanziali l’ANA UGL, rappresentata dal presidente nazionale onorario Vittorio Pasqua, e ANA UGL Calabria, con il segretario regionale Domenico Fimiano. Entrambi hanno sottolineato l’urgenza di alleggerire il carico fiscale e tutelare una categoria che, negli ultimi cinque anni, ha perso 35 mila imprese su 185 mila. «I mercati si svuotano, le imprese chiudono e il fisco non perdona. Noi chiediamo una sola tassa per tutti, semplice e chiara. Solo così possiamo garantire equità e legalità», ha detto Fimiano. «Siamo convinti – ha aggiunto – che questa proposta possa anche aumentare il gettito fiscale, evitando l’evasione causata da un sistema ormai insostenibile». Ma c’è anche un’altra battaglia in corso: quella per il riconoscimento del lavoro ambulante tra le attività usuranti. «Chi ogni giorno monta e smonta il proprio banco, trasporta la merce, lavora all’aperto con qualsiasi clima – ha spiegato Fimiano – merita lo stesso trattamento riservato ad altre categorie gravose».
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Le rivendicazioni sono state espresse nel corso di un’assemblea alla quale ha preso parte il senatore Ernesto Rapani che ha confermato il proprio impegno: «Sono primo firmatario di un disegno di legge che prevede il canone unico in sostituzione di tutte le imposte locali sugli ambulanti. È una misura nata dal confronto con le associazioni di categoria e attesa da anni. L’obiettivo è far pagare meno a tutti e contrastare l’evasione in modo strutturale». Sul fronte del lavoro usurante, Rapani ha aggiunto: «Quando il Governo presenterà un decreto per definire le nuove categorie usuranti, faremo tutto il possibile per inserire anche gli ambulanti. Se non dovessero essere inclusi, proporrò un emendamento per garantire loro questo riconoscimento». Gli ambulanti, che nella stragrande maggioranza sono microimprese familiari, hanno accolto positivamente l’apertura politica. «È solo l’inizio – ha detto Pasqua – ma sentire finalmente ascoltate le nostre istanze ci dà fiducia».
Una risposta
Io sono un ambulante , troppe tasse, troppe spese, troppa concorrenza , nessun controllo e pieno di acciacchi a 58 anni lavorando sotto la pioggia sotto il sole con il vento e freddo, viaggiando sempre con il gasolio alle stelle, veramente non si arriva più, purtroppo siamo una categoria sottovalutata.