Il sostituto procuratore Simona Manera indaga su presunti casi di lesioni personali legati alla somministrazione di vaccini scaduti. Al centro dell’inchiesta il caso di un 53enne di Rossano.
La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo su un presunto caso di falsificazione di lotti vaccinali per coprire l’utilizzo di dosi scadute. Il caso è esploso nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri di Rossano e riguarda presunte irregolarità nelle somministrazioni di vaccini anti-Covid nel centro vaccinale di Viale Luca De Rosis, nell’area urbana di Rossano, provincia di Cosenza. Il fascicolo, aperto dal sostituto procuratore Simona Manera, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di almeno due persone, mentre G.C., un uomo di 53 anni residente a Rossano, è considerato parte offesa nel procedimento. Difeso dagli avvocati Domenico e Veronica Sommario, G.C. avrebbe ricevuto uno dei vaccini sospetti, e il suo caso ha innescato un’inchiesta che punta a far luce sull’intera vicenda. L’accusa principale è quella di responsabilità colposa per lesioni personali, un reato che si ipotizza possa essere derivato dalla somministrazione di vaccini scaduti o mal conservati. Le indagini sono concentrate su possibili falsificazioni dei numeri di lotto dei vaccini, una pratica che, se confermata, servirebbe a mascherare la somministrazione di dosi non più valide. Gli investigatori stanno verificando se siano state rispettate le linee guida e le buone pratiche cliniche previste per l’uso dei vaccini anti-Covid, e se eventuali danni alla salute siano da imputare a una condotta negligente o caratterizzata da colpa grave. Il caso di G.C. non è isolato. Diverse segnalazioni sono giunte da altre parti della provincia di Cosenza, tanto che è partita un’azione di mobilitazione per chiedere chiarezza su questi episodi. Si parla, infatti, di altre presunte vittime che avrebbero subito danni a causa della somministrazione di vaccini scaduti, anche se al momento non vi sono conferme ufficiali. Le indagini hanno messo sotto osservazione le modalità con cui i vaccini sono stati conservati e somministrati durante la campagna vaccinale anti-Covid. Si tratta di verifiche tecniche delicate, che richiedono l’acquisizione di documenti, certificati vaccinali e dichiarazioni di operatori sanitari, oltre a esami approfonditi sui lotti di vaccini utilizzati in quel periodo. La vicenda ha suscitato grande preoccupazione, soprattutto tra coloro che hanno ricevuto il vaccino negli stessi centri vaccinali e nello stesso periodo di G.C. Il tema, in tutte le sue sfumature, sarà al centro di un incontro pubblico finalizzato a discutere della situazione e sensibilizzare l’opinione pubblica, il prossimo 7 novembre, alle 17.30, al Museo del Presente di Rende, con la partecipazione di esponenti nazionali, comitati e associazioni. L’evento si propone di fare il punto sulla questione, coinvolgendo esperti del settore sanitario e giuridico, oltre a dare voce alle potenziali vittime e alle loro famiglie.