VAR: Trasporti, turismo, M5s e rappresentanza: la priorità è fare rete e comunicare bene | VIDEO

Nel corso della puntata del 7 giugno 2025 del format VAR, la Sibaritide è stata al centro di un confronto diretto, senza fronzoli, su ciò che davvero oggi conta per il territorio: infrastrutture, rappresentanza, narrazione. Ospiti in studio in staffetta:  Lenin Montesanto, Michele Abastante e Rosa Abate.

Si è partiti dai nodi storici: il Porto di Corigliano-Rossano, la Statale 106, il Frecciarossa da Sibari e la disorganizzazione del trasporto su gomma. Quattro problemi che continuano a rallentare sviluppo e mobilità.

Ma la discussione ha superato le infrastrutture: si è parlato di comunicazione, lobbying trasparente e turismo come leve di crescita. Montesanto ha evidenziato come spesso la pubblica amministrazione fatichi a raccontarsi, perdendo credibilità e occasioni. Ha posto l’accento sul valore di una reputazione collettiva costruita con metodo e coerenza.

Michele Abastante ha illustrato gli sviluppi del progetto Sibaritide Turismo, che mira a connettere realtà culturali e imprenditoriali, lasciando da parte rivalità locali. Un lavoro che punta a dare ordine, racconto e visione.

Rosa Abate ha invece criticato un certo immobilismo della politica locale e del suo ex movimento di apparenza il  Movimento 5 Stelle. «La base è delusa, e con ragione: si percepisce un vuoto di rappresentanza che rischia di allontanare i cittadini dalle scelte concrete».

Il format VAR si è quindi trasformato in un laboratorio di idee, dove si è cercato di capire come mettere in fila le vere priorità. Dalla qualità della vita al turismo integrato, passando per una comunicazione istituzionale più chiara e partecipata. Sono emersi alcuni segnali di speranza, come i progetti virtuosi di marketing territoriale e alcune buone pratiche nella gestione culturale e turistica.

Un passaggio interessante è stato il confronto tra comunicazione istituzionale e quella aziendale: mentre la seconda investe, rischia e crea, la prima spesso resta imbrigliata in burocrazia e paura del giudizio.

Infine, l’appello condiviso: serve un racconto unitario, onesto, accessibile. Un linguaggio semplice, capace di restituire ai cittadini il senso delle scelte e ai territori la forza per farsi ascoltare.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: