Vent’anni dall’omicidio della giornalista Maria Rosaria Sessa. Era molto conosciuta e talentuosa, i suoi sogni furono spezzati a soli 27 anni, con ferocia, da un uomo, Corrado Bafaro, che su di lei voleva il controllo totale. Oggi amici e colleghi la ricorderanno al Museo del Presente alle 17:30.
L’omicidio
Corrado nei confronti di Maria Rosaria aveva un’attenzione morbosa. Pochi giorni prima della tragedia i due litigarono violentemente. Lui le mise le mani al collo, tentando di strangolarla, solo perché lei gli aveva confidato la sua intenzione di intraprendere un viaggio di lavoro in Canada per sei mesi. Dopo quell’episodio Maria Rosaria capì che era arrivato il momento di chiudere la storia perché quell’uomo, che all’inizio sembrava tanto premuroso, aveva dato segni di un preoccupante squilibrio mentale. Da lì cominciarono telefonate a ripetizioni da parte di Bafaro e addirittura appostamenti, fino a minacce di suicidio, se lei non fosse tornata sui propri passi. E così arriviamo a quel nerissimo lunedì di venti anni fa. Lui la aspetta in strada, lei è appena uscita da una seduta dal dentista e se lo trova davanti con un mazzo di fiori. Bafaro la invita a cenare fuori, una cosa tranquilla, tanto per parlare un po’ in amicizia. Maria Rosaria si lascia convincere, dice di sì. È la sua condanna a morte.
FONTE LACNEWS24