VILLAPIANA Felicia Favale, esponente di spicco del PD zonale, già assessore e oggi consigliere di Minoranza, abbandona il partito rinunciando al rinnovo della tessera ma rimane, da Indipendente, nel consiglio comunale al fianco di Luigi Bria e Diana Giacobini a cui, insieme al segretario del Circolo Domenico Filardi, ha rinnovato la propria stima e fiducia. «La mia sofferta decisione di non rinnovare la tessera dopo tanti anni di militanza, – ha scritto in una nota la signora Favale – vuole essere una forma di protesta contro la classe dirigente del partito, sia a livello regionale che nazionale, che finora non ha fatto per nulla gli interessi di una regione da sempre in balia di politici pronti a farci visita solo in prossimità delle campagne elettorali per poi sparire e non affrontare con serietà e impegno le gravi problematiche che attanagliano il nostro territorio e soprattutto i trasporti sempre più carenti, la sanità praticamente inesistente e le infrastrutture promesse e mai realizzate che penalizzano un turismo che così non riesce a decollare». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, secondo quanto scrive l’ex assessore ai Servizi Sociali, è stato il dietro-front del Governo rispetto al progetto della S.S. 106 che solo qualche mese addietro l’ex Premier Renzi e il presidente Oliverio davano per approvato. «Mi sento in dovere di dire basta a questo teatrino della politica e di non abbassare la testa come ex iscritta al partito ma soprattutto come cittadina che sostiene la battaglia dell’Associazione “Basta vittime sulla SS 106” perché su queste strade anni fa ho tragicamente perso i genitori ed io stessa, in fin di vita, sono stata salvata da quell’ospedale di Trebisacce che qualcuno ritiene inutile e di cui dopo anni ancora si promettono false aperture. Non posso dunque – ha aggiunto Felicia Favale chiamando in causa la latitanza della deputazione calabrese e quella della segreteria regionale sempre lontana dai territori – continuare a far parte di una partito nel quale mi sento a disagio e che non tutela il diritto alla vita di noi tutti e che – ha concluso la signora Favale – continua a non accorgersi del disagio che questo territorio vive quotidianamente perché ancora una volta hanno finto di non accorgersi che ci stavano depredando dell’ennesima infrastruttura promessa!».