In molti pensano che la ZES si limiti a concedere alle imprese che operino in una data zona degli incentivi fiscali.
In realtà una Zona Economica Speciale ha una funzione più nobile e complessa.
Si propone, infatti, di promuovere lo sviluppo economico di un territorio facendo leva su una serie di meccanismi correlati fra di loro.
Sicuramente la leva fiscale è uno degli incentivi chiave, ma assieme a questa ve ne sono di altrettanto importanti.
Per esempio la semplificazione delle procedure burocratiche e l’infrastrutturazione delle aree interessate.
Gli incentivi previsti dalle ZES sono fruibili sia dalle imprese già presenti in loco, sia da imprese che intendano insediarsi nella zona.
Gli investimenti puntano all’internazionalizzazione delle imprese e ad attrarre capitali provenienti da altri territori nazionali e dall’estero.
Nella sostanza si punta a promuovere lo sviluppo, da un lato, puntando sulla crescita dimensionale delle imprese locali e, dall’altro, promuovendo l’insediamento di nuove imprese provenienti dall’estero o, comunque, da altri territori, che abbiano una forte vocazione al commercio estero.
Siamo, pertanto, di fronte a uno strumento che può determinare un forte impulso per l’economia della nostra città e dell’intera Sibaritide.
E’ chiaro che per cogliere questa occasione dobbiamo essere pronti.
Bisogna che il nostro porto, la nostra zona industriale ed il nostro territorio siano messi nelle condizioni di rispondere adeguatamente alle esigenze che l’istituto della ZES richiederà.
Avere un adeguato piano regolatore portuale è la prima delle condizioni da rispettare.
Inoltre, la realizzazione di un porto canale nel Missionante è essenziale per dare finalmente alla flottiglia peschereccia ed eventualmente alle imbarcazioni da diporto un ricovero adeguato e sicuro.
In questo quadro è ormai inderogabile l’attivazione dell’alaggio è varo, realizzato da tempo e mai entrato in funzione a causa di varie vicissitudini.
La realizzazione della banchina per le attività crocieristiche e di traghettamento e conseguente messa in attività della stazione marittima sono un altro punto qualificante.
Deve essere anche chiaro che, in questa prospettiva, non può avere cittadinanza all’interno del porto la presenza di materiali alla rinfusa (terre pregiate, rottami acciaiosi, ceppato…).
Tutto ciò non si può conseguire senza una adeguata, decisa e vigorosa azione all’interno del Sistema Portuale di Gioia Tauro.
Ed, a proposito di ciò, troviamo davvero singolare che, all’interno dell’Autorità di Sistema di Gioia Tauro abbia diritto di voto il sindaco di Reggio Calabria, il cui porto è all’interno del sistema Reggio-Messina e, quindi, in “concorrenza” al nostro, e non il sindaco di Corigliano-Rossano.
Riteniamo che questa sia un’anomalia inammissibile che vada subito sanata.
Un’altra questione dirimente per lo sviluppo del porto è la realizzazione di un raccordo ferroviario che colleghi il porto alla rete nazionale.
Infine, è urgente il prolungamento del terzo megalotto della SS106 a quattro corsie fino a Corigliano-Rossano.
Come si vede sono questioni di largo respiro, ma che implicano un cospicuo impiego di risorse e una ferrea volontà politica.
Per quanto riguarda le risorse non spetta certo all’amministrazione comunale farvi fronte.
Serve, però, assumere un’iniziativa politica forte ed autorevole a tutti i livelli istituzionali che, come circolo del Partito Democratico di Schiavonea, sollecitiamo e che siamo pronti a sostenere, per quello che possiamo e per quello che ci compete.
Partito Democratico Circolo di Schiavonea